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Gravel Alps Tour 2013

Gravel Alps Tour 2013

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Ormai è passato più di un anno da quando ho dato il primo colpo di pedale alla One Hundred Black e da quel momento la voglia di andare alla ricerca di strade nascoste e poco trafficate è sempre stata altissima. Se poi quelle strade sono sterrate o con un asfalto dissestato, strette e in mezzo alla natura incontaminata allora vado proprio a nozze!

Credo che ormai sia diventata un qualcosa di indispensabile andare alla ricerca di questo tipo di strade, sia per il divertimento di trovarle sulla mappa sia per la goduria di pedalarle. 

Così nasce il Gravel Alps Tour, un giro sulle Alpi italo-francesi percorrendo dove possibile le strade militari sterrate che in quella zona abbondano!!!

SUSA – PIAN DELL’ALPE / COLLE DELLE FINESTRE

Si parte, macchina fino a Torino e poi treno fino a Susa, la mattinata la passiamo quasi tutta in viaggio e infatti la tappa di oggi è breve, ma è fin da subito salita!

Il Colle delle Finestre è diventato famoso da quando è entrato a far parte del percorso del Giro qualche anno fa, nel 2011 sia Albe che io eravamo stati su queste pendenze proprio in occasione della corsa rosa, bellissimo, ma oggi senza la confusione dell’evento possiamo assaporarne l’intero fascino, l’unico rimpianto è che il cielo è coperto e non limpido come la volta scorsa.

La strada sale subito violenta, nessuno sulla strada a parte qualche moto, le gambe non girano bene, la febbre del weekend scorso si fa sentire, ma è solo momentaneo, si può andare avanti, con calma, ma si può andare avanti.

Superiamo i numerosi tornanti asfaltati e negli ultimi 8 km la strada cambia fondo, il catrame lascia spazio allo sterrato, il primo della vacanza, il rumore della ruota cambia, il modo di tenere la bici anche, non è compatto come due anni fa e in qualche punto la ruota sprofonda un po’, ma niente di che, non è quello il problema, ma la pendenza!

Tra una pausa e l’altra anche per mangiare qualcosa risaliamo questo fantastico passo, qualche goccia di pioggia e un caldo infernale, quando siamo quasi in cima avvistiamo i cumuli di neve che il lunghissimo inverno di quest’anno ha lasciato a bordo strada, tira un vento gelido, ma il primo passo è nostro.

Alla meta odierna non manca molto, infatti sono soltanto 4 km di discesa fino al ristoro Pian dell’Alpe più 1 km per raggiungere il casotto adibito a campeggio, spartano ma in uno dei più bei posti dove uno si sognerebbe di dormire!

Piazziamo l’accampamento, doccia e relax in tenda per far riposare un po’ le gambe, verso le 19:00 ci dirigiamo verso il ristoro per la cena: quasi 1 kg di pasta con salsiccia, torta salata e formaggio più dolce e caffè che ci stendono completamente, che qualità

Stanchi e con l’occhio assonnato torniamo alle tende, si va a letto che quasi fuori è ancora chiaro, ma c’è bisogno di riposare perchè domani ci aspetta la mitica Strada dell’Assietta!

PIAN DELL’ALPE – BARDONECCHIA / COLLE DELL’ASSIETTA

Suona la sveglia, apriamo la tenda e subito capiamo che la giornata è di quelle perfette per pedalare, svegliarsi in un posto del genere è davvero tanta roba.

Smontato l’accampamento torniamo al rifugio per una ricca colazione, un po’ di calorie per affrontare una delle tappe più belle mai fatte, paesaggi unici che soltanto una strada militare sopra i 2000 metri riesce a regalarti.

La strada dell’Assietta è ufficialmente ancora chiusa a causa di presunti blocchi di neve, ma tutti ci dicono che non ci sono problemi, si può passare, e allora abbandoniamo l’asfalto per le pendenze sterrate del Colle dell’Assietta.

Stupenda visuale su tutta la valle, un silenzio irreale e dopo ogni curva si potrebbe stare a guardare per minuti quello che si ha davanti, un vero spettacolo di strada che man mano che sale offre scorci sempre più belli, certo c’è da faticare non poco per salire in sella, ma che soddisfazione!

Conquistiamo prima il Colle dell’Assietta e poi ci dirigiamo con un saliscendi a volte davvero tosto (sia per le pendenze che per il fondo fangoso che ci costringe a spingere) verso il Colle Basset saltando di qua e di là dal crinale della montagna, stupendo!

La discesa verso Sauze d’Oulx è abbastanza impegnativa, il primo tratto sterrato costringe a tirare i freni e dopo un po’ fidatevi che le dita cominciano a far male, meglio non esagerare su un fondo del genere con il bagaglio sul portapacchi.

Ecco che torna l’asfalto e una volta superato il paese prendiamo per forza di cose la strada statale, non trafficatissima, ma un falsopiano che ti ammazza soprattutto a fine giornata e soprattutto se dopo un bombolone alla crema devi spararti il primo tratto del Col de l’Echelle fino al campeggio, davvero chilometri soffertissimi!

Piazziamo la tenda e ci rifocilliamo al ristorante del campo da golf, cena semplice, ma ottima, e quando fa ancora chiaro fuori siamo già belli cotti nel nostro sacco a pelo, il Gravel Alps Tour regala immense gioie, che però richiedono un lungo riposo per poterne godere appieno!

BARDONECCHIA – BRIANCON / COL DE L’ECHELLE & COL DU GRANON

L’inizio non è affatto dei migliori, innanzitutto il bar del campeggio e quello dove abbiamo mangiato la sera prima sono chiusi per cui la colazione la improvvisiamo con quello che abbiamo nelle borse, poi appena saliti in sella la strada sale verso il Col de l’Echelle.

Passiamo il confine (non sappiamo bene dove in realtà) e continuiamo a salire, non pendenze esagerate, ma così a freddo fanno male!

Il paesaggio cambia appena si scollina, per arrivare al cartello ci vogliono due chilometri di saliscendi ed eccoci in un bellissimo tratto di strada immerso nel verde prima di scendere in picchiata verso la Val Claree.

Una volta giunti a Val de Près ci fermiamo per comprare dei panini e berci un caffè come seconda colazione, non sappiamo se ufficialmente il Col du Granon (da questo versante sterrato) è percorribile, le informazioni sono discordanti, il tizio del bar ci dice che sopra c’è la neve, ma noi andiamo lo stesso, male che vada giriamo la bici e raggiungiamo Briancon per la strada in valle dove siamo ora.

Abbandoniamo i tavolini del bar e imbocchiamo la sterrata che subito si arrampica nel bosco, pendenze toste fin dall’inizio, un caldo infernale, una miriade di fastidiose zanzare e tafani che ci accompagnano per tutto il primo tratto dell’ascesa, fortuna che il fondo è in buone condizioni!

Arriviamo al pianoro che ormai l’ora di pranzo è abbondantemente passata, non abbiamo delle vere pause pranzo, però decidiamo di fermarci a mangiare un panino e riprendere dopo una pausa per affrontare l’ultimo tratto, quello che sull’altimetria presenta più tratti colorati di rosso.

Man mano che saliamo lo sterrato diventa più sconnesso, siamo su una strada che viene percorsa solo dai militari in esercitazione praticamente, lasciata a se stessa e a volte è proprio impossibile fare più di due o tre pedalate, tanto vale scendere e spingere un po’. Non è una sconfitta il fatto di mettere giù il piede, certo avremmo preferito farla tutta in sella, ma anche la spinta fa parte del gioco, e non toglie assolutamente nulla alla soddisfazione di conquistare la vetta.

Certo che però questo Granon ci fa veramente sudare, fino all’imbocco della strada militare in costa alla montagna che con un falsopiano ci porta al passo è un vero e proprio calvario, tappa soffertissima!

Sofferenza pienamente ripagata dal paesaggio che ci circonda, un qualcosa che soltanto andando alla ricerca di questo tipo di strade si può scoprire, mi piace un sacco lo sterrato e mi piace un sacco farlo in sella alla One Hundred Black, mi gasa un casino!

Salutiamo le jeep dei militari francesi in senso opposto al nostro e raggiungiamo il rifugio proprio appena prima che cominci a piovigginare, pit-stop a base di fromage blanche con mirtilli e cioccolata e poi in picchiata sull’asfalto fino a Briancon.

Due anni fa ero stato nel camping 5 valles appena fuori dal paese, merita una nuova visita e infatti con la birra alla spina e l’entrecote con patatine fritte che ci siamo mangiati non possiamo dire di essere insoddisfatti.

La giornata è stata dura, fuori è ancora un po’ chiaro, ma gli occhi cominciano già a chiudersi, si chiude la tenda e ci si infila nel sacco a pelo, domani ci tocca l’Izoard!

BRIANCON – EMBRUN / COL D’IZOARD

Colazione misto dolce e salato al campeggio, breve spesa in paese e poi si parte verso l’Izoard, una salita che conosco per averla già percorsa due anni fa e che oggi è anche chiusa al traffico per dedicarla almeno fino a mezzogiorno soltanto alle biciclette, cosa volere di più!

La giornata è calda e nonostante oggi è tutta asfalto la fatica si fa sentire, giochiamo ad una sorta di tira e molla fino a pochi chilometri dalla vetta, vuoi il fatto di averlo già fatto, vuoi la differenza di paesaggio il passo ha un non so che di strano, bello, ma non regge il confronto con quelli dei giorni passati!

Affrontiamo gli ultimi chilometri prima della vetta facendo una fatica incredibile, panino veloce e poi in picchiata verso Arvieux, la tappa è ancora lunga perchè la meta di oggi è ad Embrun sulle sponde del Lac de Serre Poncon.

La strada da percorrere è una strada abbastanza trafficata e ovviamente c’è vento contrario, il classico pomeriggio sulle Alpi francesi, nella vallata sei certo che il vento sarà contrario, ma ormai ci ho fatto l’abitudine.

Appena possiamo abbandoniamo la strada principale per una secondaria che con un su e giù assassino ci conduce fino al turistico paese, tappa gelato e wifi nella piazza principale e poi dritti al camping in riva al lago, tre birre a testa, una pizza mega per uno e barcollanti torniamo alla tenda totalmente devastati!

Il cielo si sta coprendo, minaccia di piovere, chiudere la tenda e dormire!

EMBRUN – BARCELONETTE

La tappa di oggi avrebbe dovuto essere quella del mitico Col du Parpaillon, un passo sterrato che valica a oltre 2600 metri e alla cui cima c’è un tunnel scavato nella roccia lungo 500 metri e completamente buio. Purtroppo però sempre a causa della neve il tunnel non è ancora aperto rendendo impossibile la discesa su Jausiers!

Non ci resta che affrontare una tappa di trasferimento senza un vero e proprio passo fino a Barcelonette, ma una mezza giornata off non fa male dopo le fatiche dei giorni scorsi, ma non pensate che quella di oggi sia una passeggiata!

Per di più il cielo che ieri sera era soltanto minaccioso ha deciso di diventarlo sul serio, giusto il tempo di smontare l’accampamento che comincia a piovere, infiliamo l’antipioccia e dopo due (anche tre) croissant caldi imbocchiamo la strada principale per un tratto fino a svoltare a sinistra appena prima del ponte sul lago, qui comincia la salita che nonostante non porti ad alcun passo si dimostra importante.

L’umidità è tremenda e si suda da matti, continua a piovere, ma incrociamo un sacco di ciclisti su questo tratto di strada, che effettivamente guardandosi intorno offre dei bellissimi scorci sul lago sottostante, peccato davvero per le nuvole basse!

Giunti nella valle dell’Ubaye cerchiamo un posto per fare la spesa per mezzogiorno, ma pare proprio che gli abitanti di questa valle a parte organizzare scuole di rafting sul fiume non facciano altro, nessuna boulangerie nei paesini incontrati ci spingono a raggiungere la meta prima di pranzo, in pratica arriviamo a Barcelonette verso le 13:00, panini comprati al Carrefour di turno e poi ci guardiamo attentamente in faccia e decidiamo che per oggi è giusto godersi il pomeriggio al 100%.

All’ufficio del turismo chiediamo una stanza economica e ci offrono una fantastica camera doppia nella piazza principale del paese, doccia calda e relax con Tour de France in tv prima di scendere a fare un giro in paese alla ricerca di un ristorante per la sera.

La scelta non è semplice, ma alla fine un menu con antipasto, primo, secondo e dolce cattura la nostra attenzione, si facciamo abbastanza schifo, lo sappiamo, ma d’altra parte il cicloviaggiatore pedala e dovrà pur reintegrare le forze perdute no?!

BARCELONETTE – ST. ETIENNE DE TINEE / COL DE LA BONETTE

La notizia di ieri purtroppo è negativa, il passo sterrato che avremmo dovuto percorrere oggi è ancora innevato e non è possibile passarlo in bicicletta, per cui niente Col de la Moutiere, ma oggi, rispetto a ieri, l’alternativa è di quelle che fanno paura, dovremo scalare il mitico Col de la Bonette!

Non ci sarà l’emozione della prima volta visto che ci ero già salito due anni fa, ma d’altra parte in questa parte di mondo le strade sono quelle, che ci vuoi fare, e magari fossero tutte come la Bonette!

Credo che questa salita susciti qualcosa di strano, è davvero un passo stupendo e poi su due volte il cielo non mostra neanche una nuvola, non possiamo chiedere niente di più, per cui in sella e fondovalle fino a Jausiers per una doppia colazione a base di croissant e poi via verso i 2802 metri della Bonette!

L’inizio è quasi tranquillo (si fa per dire) ma è quando si superano i 2000 metri (e ne mancano ancora 800 per arrivare in cima) che il paesaggio diventa il vero valore aggiunto di questa salita, neve a bordo strada, il lago che riflette perfettametne le cime, uno sguardo in su per vedere dove va la strada, la Cime de la Bonette non è subito visibile, c’è ancora da pedalare. Prima fino al Fort du Restefond e poi con una strada che sembra perdersi nel cielo si gira leggermente a sinistra e la cima è lì coperta di neve, si è ufficiale che ho un feeling con questo posto!

Alberto è avanti, in fuga per il GPM di giornata, mi fermo a guardare più in basso nella vallata la strada del Col de la Moutiere, effettivamente in molti punti è ancora coperta da tanta neve, forse abbiamo fatto bene a non azzardare!

Riparto e raggiungo Alberto fermo al Col du Restefond, c’è ancora un chilometro abbondante per aggirare la cima e conquistare la Bonette, il chilometro più duro, non lo ricordavo così devastante, l’altimetria mente alla grande e sicuro siamo sopra il 10%, davvero tremendo e controvento ovviamente, ma questo fa parte del gioco, non si guadagna una vetta senza lasciare il sudore sulla strada!

Siamo in cima, ci siamo guadagnati la foto di rito e un panino jambon-fromage prima della spettacolare discesa verso St. Etienne de Tinee dove un bellissimo campeggio ci ospiterà per la notte.

Nel tardo pomeriggio un giretto per il paesino, minimarket, scatola di Magnum da 6 pezzi divorata in un baleno e 3 lattine di birra a testa per chiudere con una bistecca con salsa al roquefort e patatine fritte, si facciamo schifo!

ST. ETIENNE DE TINEE – CUNEO / COL DE LA LOMBARDE

Ultima tappa, dalla Francia si torna in patria tramite il Col de la Lombarde e poi in picchiata nella Valle Stura fino a Cuneo!

Partiamo di buon mattino per evitare di dover prendere i treni nel tardo pomeriggio e arrivare a casa a notte inoltrata, la tappa è lunga e la salita non delle più semplici, ma ci proviamo.

Con un primo tratto di discesa in valle raggiungiamo Isola, paese dove parte l’ascesa, dura nel primo tratto e senza molto traffico per fortuna, ma non è una salita che regala grosse emozioni, vuoi per il paesaggio non del tutto particolare, vuoi perchè è l’ultimo giorno, sta di fatto che fino a Isola 2000, un bruttissimo villaggio vacanze invernale non abbiamo molto da registrare.

Da qui in poi per gli ultimi tre chilometri fino alla vetta la strada cambia faccia, si raggiunge un paesaggio più consono ad un passo alpino e con dei ragazzi in skateboard che testano la discesa il giorno prima della gara di downhill arriviamo in cima che è circa mezzogiorno.

La vista sul versante italiana subito ci fa capire che il vero versante di questa salita è quello italiano, e la discesa (stupenda) ci da la conferma, il Colle della Lombarda è quello che parte da Sant’Anna di Vinadio, non c’è proprio da discutere!

Arriviamo in fondo alla discesa e decidiamo che nella valle sarà una cronocoppie degna dei mondiali di ciclismo, ogni tanto tirare a tutta ci sta, ci piace e ci diverte, per cui ci alterniamo in testa a prendere il vento per arrivare in tempo a Cuneo per prendere il treno e l’obiettivo è raggiunto!

La meta del viaggio forse non è chissa che cosa, ma principalmente in un viaggio come questo non era la meta il motivo per cui eravamo partiti, ma piuttosto tutto quello che ci stava in mezzo, dalle fantastiche strade sterrate, alla Bonette e alle mancate scalate del Parpaillon e della Moutiere che so per certo mi riporteranno in quelle zone tra un po’ di tempo, questo è poco ma sicuro!