Questo è il diario di viaggio che ho tenuto durante il Cammino di Santiago, riportato così come l’ho scritto a mano dopo ogni tappa, errori e frasi sconclusionate comprese, mi piaceva così senza correzioni, al naturale!
Buen Camino!

SAINT-JEAN-PIED-DE-PORT
15 agosto – Bonjour a tous le monde…finalmente e’ cominciato il nostro cammino vero e proprio!!!
Siamo partiti la sera della vigilia di Ferragosto con destinazione il confine italo-francese, difatti dopo circa 300km ci siamo appostati in un’area di servizio in quel di Bordighera, dove il baule dell’Ulysse si è trasformato nel letto più comodo del mondo. Praticamente una notte insonne fatta di continui pisoli uno via l’altro. Svegli la mattina alle 6 ripartiamo col viaggio, Efrem prima, poi io infine il Massimo al volante e in circa una decina di ore raggiungiamo il borgo di St.Jean Pied de Port, punto di inizio del nostro cammino!
Ci rechiamo immediatamente al camping de l’Arradoy dove parcheggiamo l’auto per la cifra irrisoria di 1.55€ e subito ci immergiamo nella festa del paese di St.Jean!
Gente ubriaca e bande itineranti per tutte le vie, noi però dobbiamo per forza andare in rue de la Cittadelle, 39, all’accueil del pellegrino per porre il primo timbro sulla Credencial e per cercare un posto da dormire, detto fatto ci viene dato tutto!
Alle nove di sera ci ritroviamo insieme a tutti gli altri pellegrini, tra cui tantissime bici e molti italiani, per essere accompagnati dalla mitica tipa dell’ufficio accoglienza al nostro rifugio, che più spartano e sperduto non si può!
Efrem ed io in una stanza, rigorosamente senza porta, il padre insieme ad un altro italiano in un’altra, una bella doccia calda e soprattutto un lavaggio di denti e poi ci si infila nel sacco a pelo…domani la prima fatidica tappa verso Roncisvalle!
ZUBIRI
16 agosto – Sto scrivendo dalla postazione internet del rifugio municipale di Zubiri, siamo letteralmente stanchi morti, una tappa durissima e allo stesso tempo spettacolare!
Ci alziamo verso le 6 e mezza barra sette, i pellegrini a piedi si alzano anche prima, il cielo sopra St.Jean non promette chissà che cosa, montiamo le borse sul portapacchi, tiriamo fuori le bici, che hanno dormito nel corridoio, e ci dirigiamo per l’ultima volta alla macchina, buttiamo su il telone, scarichiamo le cose inutili (e ne abbiamo tantissime) e partiamo finalmente per la nostra ascesa all’Alto de Ibaneta!
Su consiglio della direzione, in quanto la via alta è pressochè impraticabile in bicicletta, optiamo saggiamente per la via bassa sulla carretera, ovvero la strada asfaltata. La strada comincia subito a salire, varchiamo il confine spagnolo a Valcarlos e proseguiamo dritti. Non avendo fatto colazione ci fermiamo spesso a mangiare qualcosa che ci è avanzato dal viaggio e per qualche barretta energetica, eh si…la salita è veramente dura, soprattutto a causa del forte vento contrario, che in cima ci spinge indietro quasi a non volerci permettere di raggiungere i 1057 metri di Ibaneta, una cosa incredibile!
Una volta in vetta ci fermiamo per qualche foto, Efrem è attardato dietro di noi, non ci vede e tira dritto, ecco che parte l’inseguimento che si conclude solo a Roncisvalle, luogo della battaglia dei crociati di Carlo Magno un bel po’ di secoli fa! E’ quasi la una di pomeriggio per cui affittiamo una panchina e ci spariamo qualche insalatissima avanzata dal viaggio in auto, ci voleva proprio!
Sulla nostra tabella di marcia la prima tappa si concludeva qui, ma essendo presto e non troppo stanchi optiamo per proseguire oltre, finalmente lungo il vero Cammino sterrato! La Navarra è un posto fantastico, siamo a circa 800 metri di altezza e proseguiamo su continui saliscendi, diciamo pure più sali che scendi, per dare un’idea in alcuni tratti dobbiamo scendere dal nostro bolide e spingere a mano causa imbizzarrimento del mezzo dovuto al peso.
La salita si fa ancora più sconnessa in compenso però la discesa è un’assoluta libidine, probabilmente non per il portapacchi e gli ammortizzatori però, ora ho controllato e stanno bene pure loro.
Il cammino interseca in vari punti la carretera, ma scegliamo sempre di seguire lo sterrato anche se in alcuni brevi tratti, in totale probabilmente due chilometri, siamo costretti a spingere!!! Incrociamo diversi pellegrini a piedi sulla discesa che porta a Zubiri, classico paese basco animato principalmente da cicloviaggiatori e camminatori.
Attraversiamo un bellissimo ponte medievale per entrare in paese e ci rechiamo immediatamente al rifugio municipal, secondo timbro sulla Credencial e materasso in una fantastica, anche se un po’ cadente, palestra della pelota basca!!!
Beh, dopo 55 km di tappa e quasi 5 ore e mezza di sella anche il culo duole un attimino, una calda doccia rigenerante, aggiornamento del blog, ancora in corso :-), e poi chissà, di sicuro stanotte dormiremo alla grande in attesa di Pamplona e della seconda tappa fino a chissà dove, ormai la tabella di marcia sembra gíà saltata!!!
Ayegui
17 agosto – Ciao, premetto che qui le postazioni internet sono completamente chiuse tranne tastiera e mouse, per cui anche per oggi niente foto purtroppo, mi spiace perchè i paesaggi e i paesi incontrati sono più che fantastici!
Insomma, partiamo verso le 8 e 30 da Zubiri e con la carretera raggiungiamo Larrasoana da dove prendiamo prima il cammino sterrato, poi visto che è molto stretto e vi è una gran quantità di pellegrini a piedi optiamo per una fantastica ciclabile in lastroni di cemento fino a Pamplona in mezzo al parco del Rio Arga!
Percorriamo le strade calcate dai tori nella festa di San Firmino e visitiamo in bici il capoluogo della Navarra per poi riprendere la via della conchiglia, il segno del cammino che indica la via per Santiago. Proseguiamo lungo lo sterrato che comincia a salire verso l’asperità di giornata, l’Alto del Perdon!
Anche oggi in alcuni tratti siamo obbligati a smontare di sella e spingere a mano le bici, se non a tirarle come fossero dei muli!!! In alcuni tratti quelli a piedi vanno più veloci di noi, ma non ci scoraggiamo…la strada continua a salire, in lontananza scorgiamo le numerose pale eoliche dell’Alto, ma manca ancora un botto!
Dopo circa due ore di ascesa, qualcosa in meno, giungiamo in cima al passo, dove ad attenderci ci sono le famose sagome dei pellegrini di ferro, foto di rito, pasto veloce con panino e api a farci compagnia e poi giù verso la carretera, solo dopo aver riparato la mia camera d’aria forata in non si sa che modo!
Tutta discesa fino a Puente de la Reina dove il cammino francese si collega a quello navarro, un bellissimo ponte romanico da attraversare e poi ancora salita verso Ciriqui giù ancora verso Lorca e su di nuovo fino a un piccolo paesello! Siamo quasi arrivati a Estella ma le avventure non sono finite, l’ostello è pieno per cui dobbiamo proseguire fino al centro polideportivo di Ayegui, un chilometro più avanti!
Per 6€ ci danno un letto in una camerata, doccia bollente e cena fantastica a base di spaghetti, carne e patatine fritte!!!
Ora pianificheremo più o meno la tappa di domani, confrontandoci con Gabriele ed Alessia, i due romani che avevamo già incontrati ieri!
Chissà cosa ci aspetta…noi tra non molto ci infiliamo nei sacchi a pelo perchè dopo ben 78 km di su e giù, più su che giù comunque, siamo praticamente distrutti.
Hasta la vista amigos, viva la Espana!!!
Logroño
18 agosto – Terza tappa, quella che ci fa ritornare pienamente nella tabella di marcia che avevamo superato nelle prime due…l’Alto de Ibaneta e quello del Perdon di ieri si fanno sentire nelle gambe, e non poco, ecco perchè decidiamo di diminuire un po’ non tanto i km, quanto le ore in sella che oggi superano di poco le quattro, mentre nelle prime due si aggiravano intorno alle sei!
Partiamo da Ayegui verso le otto, dopo un’abbondante colazione presso il centro polideportivo, prima sosta obbligata alla fonte del vino di Iraque, qui una fontanella offre del vino ai pellegrine, l’assaggio come detto è obrigado!
Proseguiamo sul sentiero che in questo tratto è ben battuto fino a Villamayor, da registrare qualche problemino dovuto nuovamente al troppo peso delle borse, ma domani risolveremo in qualche modo, questo è sicuro!
Dalla cima ridiscendiamo molto velocemente e dalle nuvole che fino ad ora avevano fatto ombra, spunta un sole spaccapietre, stop per levarci la felpa e ancora giù per qualche chilometro, ma è solo un’illusione!!! Dopo aver attraversato Los Arcos, cittadella in fermento per l’imminente corsa, risaliamo verso Torres del Rio, dove ci spariamo il nostro panino con salsiccia piccante appena acquistata, buonissimo!
Prima di rimontare in sella facciamo qualche chiacchiera con un cicloviaggiatore canadese, preparatevi, è partito da Roma, è sceso in Sicilia e poi in sequenza, Grecia, Albania, Croazia, Slovenia, Austria, Germania, Danimarca e poi giù per il Belgio, la Francia e infine la Spagna fino a Santiago, per poi tornare a Roma per la costa mediterranea, un grande personaggio, ovviamente ci siamo scambiati i siti internet!
Dopo essere stati smontati da questo incontro riprendiamo il cammino e con qualche saliscendi sulla carretera arriviamo prima a Viana, ultimo paese della Navarra, e poi a Logrono, la prima grande cittá della provincia della Rioja!
Troviamo per puro culo gli ultimi tre posti nell’ostello municipale, ci svacchiamo un attimo, prepariamo le robe e tutti i chili superflui da spedire domani mattina a Santiago, li recupereremo poi, e ora andremo alla ricerca di qualche ristorantino del pellegrino, domani chissà, dopo i 52 km di oggi saremo un po’ più freschi, obiettivo minimo Santo Domingo della Calzada, magari Belorado.
BELORADO
19 agosto – Ciao a tutti…oggi tappona, quella più di trasferimento delle quattro effettuate, si parte da Logrono dopo un’abbondante colazione verso le otto di mattina, più presto degli altri giorni e si imbocca il cammino nella periferia della cittá.
I primi 5 km sono forse i più brutti che abbiamo visto finora, completamente in mezzo al traffico di questa caotica città, ma per fortuna finiscono presto. Lo sterrato si stacca dall’asfalto e si immerge prima nel bosco poi tra i campi di grano verso il paesino di Najera. Avvicinandosi a questo paese il fondo della strada cambia tendendo al rosso, a causa dell’argilla presente in grande quantità in questa zona della Rioja, nella discesa che precede il ponte di ingresso le nostre borse si ricoprono quasi completamente di terra rossa!
Breve sosta barretta sotto la chiesa e poi, dopo qualche incertezza sulla direzione da prendere, riprendiamo a salire verso Azofra, dove un fantastico negozietto con dentro praticamente di tutto, ma proprio di tutto, ci permette di acquistare il nostro pranzo che consumeremo dopo una quindicina di chilometri in località Santo Domingo de la Calzada!
Con nostro stupore abbiamo già macinato 50 km, la tabella di marcia prevedeva il luogo del pranzo come meta della giornata, ma per cercare di accorciare quella tappa da cento km nella meseta e poichè è veramente presto, è soltanto la una e mezza, optiamo di proseguire, destinazione Belorado!
Il cammino è uno sterrato compatto, oggi non siamo mai scesi dalla bici se non per un paio di centinaia di metri, perfetto, anche perchè in questo modo le sei ore e passa col culo sulla sella si sono fatte sentire si, ma non come quelle della seconda tappa dell’Alto del Perdon, che rimarrà per molto negli annali!
Gli ultimi 20 km sono un continuo saliscendi, il father sembra avere qualche allucinazione scambiando pellegrini a piedi per pellegrini a cavallo, il che è strano perchè oggi il sole non l’abbiamo praticamente mai visto, ma forse è stato un bene perchè di alberi in questa zona non c’è n’è manco uno!
Approfittando anche di questa condizione climatica siamo riusciti a percorrere 79 km senza faticare particolarmente visto anche l’altimetria benevola!
Di fianco all’auberge c’è un bar che fa le tanto famose tapas, è l’ora di assaggiarle mi sa, poi cena e giretto in questa cittadina.
Intanto non posso che ringraziarvi per i commenti e per le visite, ci si sente domani chicos e chicas!
HORNILLOS DEL CAMINO
20 agosto – Purtroppo ieri nell’ostello del pellegrino non c’era internet, rimedio oggi…da Belorado a Hornillos del Camino è stata una tappa abbastanza impegnativa e paesaggisticamente suggestiva!
Si parte tra i campi di frumento e con il sole alle spalle ancora basso, per cui la mantellina è d’obbligo per la prima mezz’oretta. La colazione non è affatto delle migliori, anzi, forse la più povera di tutte ma ciò che ci aspetta nei 20 km successivi è uno dei pezzi più belli finora percorsi. Da Villafranca Montes de Oca si comincia a salire in mezzo a un bosco verso la vetta più alta della giornata, ma il bello non è tanto l’ascesa quanto la discesa verso San Juan de Ortega, luogo importante del cammino situato esattamente a 1000 metri di altezza!!! Uno sterrato largo e ben battuto e giù a cannone pedalando solo qualche volta tanto per muovere un po’ le gambe, non per altro!
Proseguiamo sempre in discesa, la tipica sosta frutta di metà mattina vede protagonista un melone bianco gustato in un prato di uno dei tanti paesini fanstasma che attraversiamo prima di salire verso l’Alto de la Pedraja, l’ultima vera fatica fisica della giornata, ad attenderci in cima oltre alla croce di ferro, due francesi che tornano indietro dopo essere arrivati a Santiago, fanno la vuelta, ovvero andata e ritorno!
Dalla cima si intravede la città di Burgos che raggiungiamo con sette lunghissimi e interminabile, ma più che altro fastidiosi, chilometri di traffico e confusione…è incredibile come dopo quattro giorni passati in quasi perfetta tranquillità il caos della città ti infastidisce!
Il centro storico, ma soprattutto la cattedrale merita una visita, ma la nostra permanenza dura solo un’oretta, il tempo per un kebab e una pedalata sul pavè del centro! Nel pomeriggio andiamo tranquilli per una ventina di chilometri, è il primo assaggio della meseta, quelle distese interminabili del centro della Spagna.
A Hornillos l’ostello è pieno, per cui per stanotte ancora fronton, nessuno ha avuto l’idea di giocare a pelota per cui la notte è passata abbastanza tranquilla anche se a farci compagnia c’era qualche acaro di troppo!
TERRADILLOS DE LOS TEMPLARIOS
21 agosto – Il tappone, a tratti un po’ interlocutorio perchè un po’ monotono soprattutto nella seconda parte, in ogni caso molto suggestivo per la strana conformazione di questa regione!
Partiamo sempre presto e senza colazione, che ormai facciamo quasi sempre per strada, scelta azzeccata, a Hontanos ci fermiamo e con caffè e succo ci spariamo un boccadillos fantastico per poi riprendere il cammino verso Castrojeriz. Da questo piccolo paesino parte l’unica difficoltà altimetrica della giornata, un chilometro abbondante di salita per poter godere di un paesaggio incredibile, come se fosse passato qualcuno col coltello possiamo vedere nettamente la meseta che abbiamo appena dietro di noi!
Dopo questo spettacolo la sfortuna incombe, in corrispondenza del campo di girasoli più grande della regione, la mia ruota posteriore cede, è la terza foratura!
Riparazione, che però non dura, e quindi via col cambio della camera d’aria, e poi dritti fino a Fromista dove, comprato un mega salsicciotto, pane, cioccolato e prosciutto ci pappiamo il pranzo più sostanzioso del viaggio!
Nel pomeriggio la parte più noiosa e un po’ monotona, prima su asfalto, poi sterrato e ancora asfalto negli ultimi chilometri!!! La strada è toda recta, intorno a noi il nulla se non interminabili campi di frumento a farci compagnia, l’orizzonte è quasi sempre lo stesso.
Ecco che qui lasciamo un po’ da parte l’anima da ciclo-lentoviaggiatori e acceleriamo un poco e alla fine della giornata i km percorsi saranno 93, l’ostello dei templari ci aspetta insieme ai nostri amici romani che abbiamo reincontrato poco prima del paese, cena un po’ più povera del solito, gran chiacchierata e tra poco letto, domani si va a Leon!!!
LEON
22 agosto – Purtroppo le foto sono sull’altra schedina che ho lasciato all’ostello, rimedierò la prossima volta non preoccupatevi!!!
Partiamo da Terradillos per una delle tappe più veloci di tutto il viaggio, l’altimetria è totalmente piatta, è praticamente l’ultima parte di meseta, ma il paesaggio è decisamente meno monotono di quello del giorno prima.
Ad un bivio scegliamo più o meno a caso di seguire l’antica strada romana, per poi raggiungere il vero cammino con una carretera tutta dritta all’altezza di El Burgo Ranero, paese fantasma della zona con ancora moltissime case dai muri di paglia. Da qui fino a Mansilla de las Mulas, dove poi ci fermeremo a mangiare e tutto un falsopiano in discesa su asfalto, una vera libidine sia per il nostro culo che per tirare un po’ il fiato!
Si viaggia con all’orizzonte le nostre prossime fatiche, le montagne che aprono le porte della Galizia e che dovremo affrontare nei prossimi giorni. Dopo un pranzo di lusso a base di panino, ma soprattutto di pane e cioccolato e un cannolo dal nome strano ripieno di crema, dettaglio non importante, ma era talmente buono che volevo dirvelo, ripartiamo con destinazione la città di Leon.
Per fortuna la periferia non è come quella di Burgos, ma comunque il traffico infastidisce non poco, tra l’altro la sfiga della Baronchelli prosegue perchè in una stradina bruttissima e piena di insidie una spina si infila ed è la quarta foratura!!!
Dovendo scegliere tra l’ostello municipale fuori città e quello dei benedettini in centro scegliamo ovviamente il secondo in modo da vivere un po’ questa città in mezzo alla meseta.
La nostra serata è veramente all’insegna della birra e del vino, ma soprattutto dei salumi spagnoli gustati sul bancone di una caratteristica osteria!
Nell’ostello siamo quelli un po’ più brilli, la cosa concilia il sonno, prima delle dieci siamo secchi nel mondo dei sogni!
RABANAL DEL CAMINO
23 agosto – Dopo una notte dai mille risvolti, sonno per la serata brava tra le osterie di Leon, risveglio forzato grazie a un pellegrino che aveva preso la decisione di resegare per tutta la notte e un caldo incredibile, siamo pronti a partire, ma ancora una foratura ci ritarda un po’, stavolta tocca ad Efrem!
Finalmente verso le otto e un quarto siamo in sella coperti il più possibile perchè il termometro segna 9 gradi. Superiamo la periferia della città e capiamo subito che la tappa di oggi avrà due volti completamente opposti…il primo brutto lungo la statale sullo sterrato che la costeggia fino a Obrigo, il secondo decisamente migliore prima fino alla cittadina di Astorga, poi su per i monti della Margateria, quelli che ci condurranno domani nella valle del Bierzo!
Saliamo su per un sentiero di terra rossa fermandoci una mezz’oretta in cima per poi ridiscendere lungo la strada lastricata verso la bella Astorga, città famosa per le Mantecadas e il cioccolato, che ovviamente compriamo e ci pappiamo subito dopo il panino nella piazza del paese!!! Tiriamo una mini pennichella sulla panchina prima di riprendere in mano la bici e passare davanti al castello di Gaudì e alla cattedrale per poi prendere la strada che comincia a salire verso i 1150 metri della nostra meta!
All’inizio sembra di essere nella savana africana, il nulla a parte l’asfalto…dal caldo i nostri copertoni lasciano le orme e una volta a El Ganso, prima dell’ultimo strappetto e di una bevanda fresca, un vento frontale comincia a soffiare, nemmeno in discesa riusciamo a raggiungere i 15 km/h!
Pian piano però i nostri eroi riescono ad arrivare Rabanal, proprio all’imbocco della salita verso la Cruz de Hierro che affronteremo domani prima di una discesa che il libretto dice avere pendenze anche del 26%, evvai.
Ora una bella cena con menù del pellegrino a 10€ non ce la leva nessuno, magari, memori delle imprese di ieri sera, la bevanda sul tavolo sarà solo acqua!
VEGA DE VALCARCE
24 agosto – Ma quanti commenti, grazie infinite a tutti…sono indietro di un giorno perchè ieri purtroppo internet non funzionava. Bene, dopo una cena con Filippo e Simone, rispettivamente padre e figlio, provenienti da Lecco, la mattina rimontiamo in sella per affrontare la nostra Cima Coppi del viaggio, la salita alla Cruz de Hierro posta di poco oltre i 1500 metri di altezza!
La salita fila liscia, tappa in cima con foto di rito sotto questo famoso monumento per i pellegrini, ognuno dovrebbe lasciare un sasso grande quanto i peccati da perdonare, beh visto che tra tutti e tre avremmo dovuto portare un macigno ne abbiamo lasciato uno simbolico!
La discesa con le pendenza mozzafiato non è così veloce, l’asfalto non è in ottime condizioni, ma si prendono tranquillamente i 50 all’ora. Ci fermiamo a mangiare nel paese di Ponferrada, accorticisi troppo tardi del fatto che è domenica, grazie ad una panaderia ancora stranamente aperta riusciamo a mangiarci una empanada rimpiena di polipo, una cosa spaziale!!!
Nel pomeriggio rimontiamo in sella, la tabella di marcia prevedeva l’arrivo in cima ai 1300 metri dell’Alto do Cebreiro, ma devo ammettere di avere studiato un po’ male l’altimetria e le tempistiche di questa tappa, per cui decidiamo di fermarci proprio ai piedi di quest’ultima!
Lasciamo alle spalle definitivamente la pianura e la Maragateria per immergerci nel Bierzo, questa zona montuosa e verde preludio della Galizia. La strada è costantemente in leggera salita fino agli 800 metri circa di Vega de Valcarce, un piccolo albergue municipal ci offre rifugio, siamo abbastanza cotti, diciamo che dopo i 78 km odierni e le nove tappe fatte le forze sono agli sgoccioli, ma teniamo duro!
Portomarin
25 agosto – Siamo praticamente a terra dopo la tappa probabilmente più bella di tutto il viaggio!!! Partiamo di buon’ora da Vega de Valcarca, la strada sale prima dolcemente poi pian piano le pendenze si fanno più dure, sotto un cielo che non promette nulla di buono e le nuvole basse assaggiamo i primi chilometri del Cebreiro!!! Alla fine saranno 15 km di salita, ma come ieri anche oggi non è subito discesa, per quella bisogna attendere di scalare l’Alto de San Roque e quello del Poyo, ora si che è tutta discesa bella larga e quasi sempre diritta fino al piccolo paese di Triacastela!
Giù a uovo fino alla deviazione sul sentiero, dopo una breve ma rigenerante tappa banana, anche se è un po’ tardi decidiamo di posticipare il pranzo dopo l’ultima vera salita, ma non l’ultima ascesa, della giornata. Il sentiero fino a San Xil è un po’ accidentato, ecco che dopo qualche giorno siamo costretti nuovamente a mettere giù i piedi e a usare i bicipiti per spingere la bicicletta!
Una volta superato l’ostacolo ridiscendiamo per le strette strade dimenticate da tutti della verdissima e bellissima Galizia fino a Sarria, dove all’alba delle tre riusciamo a pranzare col solito menu, panino con prosciutto e poi con cioccolato!!!
L’altimetria degli ultimi 22 km che ci dividono da Portomarin inganna e non poco, si sale per un po’ ma in realtà è tutto un continuo saliscendi che spezza le gambe, eccome se le spezza!!! Il cammino alterna sterrato e asfalto tra i monti e strade incaccate dalla mucche, ovviamente le sfighe non sono finite, io sono arrivato a ben sei forature, ormai però i nostri pit-stop sono diventati ultraveloci!
La discesa fino a Portomarin è uno spettacolo puro, un po’ su sterrato un po’ sulla strada fino al ponte sul rio che ci divide dal paese. Saliamo verso il centro e il primo albergue è nostro, nuovissimo e leggermente più caro degli altri, 8€, sarà il nostro letto per stanotte!
Oggi abbiamo toccato i meno 100 km a Santiago, domani ci aspetta un’altra tappa non facile per avvicinarci il più possibile alla meta finale, così che il giorno dopo con una tappa breve di circa 30-40 km riusciremo ad arrivare alla tanto agognata cattedrale entro mezzogiorno!
Arca
26 agosto – Ciao a tutti, dopo una bellissima e allo stesso tempo durissima tappa di 80 km siamo finalmente vicini alla meta, solo 20 km ci separano da Santiago. Partiamo come sempre intorno alle 8 e mezza da Portomarin, una nebbia fitta e una temperatura non troppo gradevole ci accompagna per i primi chilometri, il tempo per scaldarsi e per togliere la mantella che il sole si alza e comincia a scaldare pure lui.
E’ tutto un lungo saliscendi che spacca a dir poco le già legnose gambe che alla fine della tappa avranno pedalato per ben 840 km se i calcoli non ingannano!
Passiamo da Palas de Rey, merenda di metà mattina e poi via fino a Melide, la città patria del pulpo gallego, che ovviamente mangiamo in una bellissima osteria all’inizio del paese!!! Consumiamo la solita siesta sulle panchine del parco pubblico, poi, visto che quando non le abbiamo noi le forature le hanno i nostri amici francesi, li aiutiamo con la riparazione.
Ripartiamo per gli ultimi 32 km che ci separano da Arca, saranno i 32 km più duri di tutto il viaggio, siamo veramente stanchi e il tracciato non ci permette di tirare un attimo il fiato, dopo ogni discesa un muro con pendenze da far invidia a quelli del nord europa, veramente spaccagambe!
Saltando qua e là tra sentiero sterrato, ciottolato e asfalto di campagna, affrontando anche una mandria di mucche di passaggio sul cammino, arriviamo ad Arca quando ormai sono le sette passate, trovare da dormire negli albergue così vicino a Santiago è praticamente impossibile, ma ecco che ancora ci viene in aiuto il polideportivo, non si paga nulla, però stanotte dormiremo per terra perchè di materassi neanche l’ombra, i materassini non li abbiamo, per cui ci arrangeremo!
Domani gli ultimi 20 km con le ultime due salite da affrontare prima di poter scorgere le fantastiche guglie della cattedrale di Santiago, siccome sono stanco morto vi saluto qui con qualche foto, di sicuro ci si sentirà domani…preparate i fuochi d’artificio perchè domani è il grande giorno!
SANTIAGO DE COMPOSTELA
27 agosto – Siamo arrivati!!! Finalmente dopo quasi esattamente 860 km siamo giunti alla meta di Santiago, la notte passata sotto la porta di calcetto senza alcun materassino di una palestra qualsiasi diciamo che un po’ si fa anche sentire sulle ultime due salite del viaggio, la prima che ci porta a Lavacolla, la seconda, famosa ultima fatica dei pellegrini, il Monte do Gozo, da cui si scende in picchiata verso la città!
Quando si varcano i cancelli della città vecchia un po’ di tensione e di sensazione difficili da spiegare si cominciano ad avvertire, ma è quando si vedono le guglie della cattedrale e si varcano le porte di accesso alla piazza che veramente si capisce, ma forse all’istante neanche troppo, quello che è stato per undici giorni di viaggio! In un brevissimo istante quando si mettono le ruote nella Praza de Obradoiro vengono in mente una raffica di immagini.
Viene in mente la preparazione e la pianificazione del viaggio, la salita all’Ibaneta, i monti della Navarra e i vigneti della Rioja, le immense distese di nulla delle mesetas tra Burgos e Leon, le salite verso la Cruz de Hierro e all’Alto do Cebreiro e infine gli splendidi sterrati nei boschi della Galizia.
Tutto questo probabilmente in un secondo, riporti alla mente anche quel dettaglio stupido, ma che in quel momento assume un significato importante oppure quel momento passato insieme ad altri pellegrini, insomma di tutto e di più!
Già perchè in questo viaggio ne sono successe di cose, fino a ieri sembrava di essere in giro da tantissimo tempo, ora invece pare quasi di essere partiti poco tempo fa. Di sicuro arrivando qui davanti alla cattedrale non abbiamo vissuto le stesse emozioni di chi fa il cammino per motivi religiosi, ma qualcosa abbiamo provato anche noi, ciò che si prova arrivando ad una meta che personalmente sognavo già da qualche anno è a dir poco incredibile, e, veramente, vale tutta la vacanza, tutta la fatica e tutto il tempo passato insieme in sella!
Abbiamo anche ritirato la Compostela, mangiato come consigliato da Casa Manolo e comprato anche i classici souvenirs, oggi però i dettagli secondo me non hanno troppa importanza, quello che rimarrà di oggi sarà tutto racchiuso in quel breve istante, che nonostante sia ristretto in termini di tempo riesce a contenere ogni emozione di questo magnifico cicloviaggio!