E’ passato tantissimo tempo da quando il nostro viaggio in Irlanda è finito e ancora non ho scritto niente sul mio sito. Ho messo a posto le foto, ho montato il video, ma non ho scritto ancora niente.
Il motivo è sicuramente misterioso, forse un mix di pigrizia e voglia di essere ancora là, chi può dirlo!
Ora sono qui, a distanza di cinque mesi a raccontarvi quello che è successo in Irlanda, quello che abbiamo visto e quanto ci è piaciuto il nostro primo cicloviaggio insieme, va beh ci provo, buona visione e, se ne avrete voglia, buona lettura!
INZAGO - CORK
La vacanza parte presto, anzi prestissimo perché la sveglia suona intorno alle 03:00 di notte! I bagagli e gli scatoloni delle bici sono già in macchina, per cui si tratta semplicemente di aprire gli occhi, lavarsi i denti e infilarsi le scarpe, il tutto cercando di fare mente locale su tutto quello che hai messo (o non hai messo) nelle borse, di fatto una mission impossible!
Accendo la macchina, mio papà assonnato sul sedile del passeggero, ci dirigiamo verso casa di Maddi dove ad aspettarci con la seconda macchina (obbligatoria perché la mia con le bici ha soltanto due posti a sedere) c’erano i genitori di Maddi. Ah ovviamente c’era anche Maddi, ma non l’ho vista perché era sicuramente sdraiata a dormire.
Ci siamo, imbocchiamo la nuova strada Cassanese e tra un cartello di lavori in corso e l’altro riusciamo incredibilmente ad arrivare a Linate.
Fa un freddo pazzesco per essere il 27 Luglio, piove a secchiate, ma soprattutto non c’è nemmeno un cazzo di carrello. L’aeroporto é deserto e non c’è nemmeno un carrello, cominciamo bene!
Vi risparmio le camminate su e giù per cercare qualcosa che anche solo avesse delle ruote, dopo un quarto d’ora buono troviamo i maledetti carrelli e ci dirigiamo tutti al check-in, dove ci attende una coda infernale. Non ci perdiamo d’animo, paghiamo le bici, ci dicono di imballarle con il cellophane per evitare che i cartoni si sciolgano con la pioggia. Così per la modica cifra di 40€ arrotoliamo i nostri cartoni in questo fantastico cellophane verde marchiato Louis Vuitton!
Sì, siamo partiti con il piede giusto.
Andiamo finalmente al gate per i bagagli speciali, salutiamo le nostre biciclette incrociando le dita e passiamo i controlli, ci siamo, stiamo per partire!
L’aereo decolla, le Alpi sotto di noi, atterriamo ad Amsterdam, scalo di un’ora e mezza e subito chiedo al personale del gate se le nostre bici sono state caricate sull’aereo per Cork, mi rispondono “finora non sono state caricate biciclette nella stiva dell’aereo”.
Comincio a pensare male, ma una volta seduto sul sedile dell’aereo mi dico che sì, le avranno caricate, un’ora e mezza di tempo, figurati! E invece no. All’aeroporto di Cork dei nostri bagagli e delle nostre biciclette neanche l’ombra.
Maddi entra in panico, io me la rido perché comincio a pensare a tutti quelli che da Milano se ne sono andati dall’altra parte del globo senza alcun problema, noi siamo venuti in Irlanda e ci hanno perso le bici, che spettacolo!
Insomma, compilo tutto quello che devo compilare e mestamente ce ne andiamo al B&B dove ad attenderci c’è il buon Martin che con la moglie ci accoglie in maniera stupenda!
Il pomeriggio scorre alla ricerca di spazzolino, dentifricio, bombola del gas e altre amenità che stanno passando la serata ad Amsterdam e intorno alle 17:30, ci incontriamo con Claudio e sua moglie per la prima delle tante birre scure e una cena all’Electric, locale molto figo sulle sponde del fiume Lee.
Claudio ed io ci siamo conosciuti a causa di un retweet del mio video del Muro di Sormano, siamo andati avanti a twittare di ciclismo per un bel po’, poi a lui è venuta la brillante idea di girarmi un link (www.cycleireland.ie) ed è partita la scintilla. Ora siamo qui davanti ad un merluzzo fritto e ad una Murphy’s a chiacchierare di persona, quando si dice il potere dei social network applicato alla vita reale!
La serata scorre tranquilla, alla fine il mio conteggio birre segna due Murphy’s, una Guinness e una Carlsberg, come inizio non c’è male. Maddi è stata più brava, ma nonostante questo in tempo zero ci addormentiamo entrambi appena toccato il letto!
CORK - MACROOM / 42 KM
Ieri al telefono ci hanno detto che le bici sarebbero arrivate a Cork con l’aereo delle 11:00, per questo motivo ce la prendiamo abbastanza comoda: facciamo molto tranquillamente la nostra prima Irish breakfast, prepariamo le borse, attendiamo il taxi con le bici e appena questo arriva cominciamo a montarle!
Maddi si occupa del disimballaggio, visto che ama alla follia scoppiare le bolle d’aria del pluriball, io con brugola e chiave dell’otto in mano non vedo l’ora di avvitare e far tornare in vita le nostre fidate compagne di viaggio.
Pensavo che tutta questa operazione ci avrebbe portato via un sacco di tempo, invece intorno alle 15:00 è già quasi tutto pronto, ci mangiamo una fetta di torta gentilmente offerta dalla padrona di casa, riponiamo gli scatoloni in garage e ci diamo appuntamento dopo due settimane, torneremo infatti al Butter Market B&B per l’ultima nostra notte irlandese.
Finalmente siamo in sella, uno penserebbe che ora è tutto semplice, ci si diverte subito, e invece no, perché in Irlanda si guida a sinistra e partire in città senza aver mai guidato sul lato sbagliato della strada richiede una certa dose di attenzione, soprattutto agli incroci. Credo di non averne imbroccato uno!
Usciti dalla città il percorso segue il fiume Lee, prima percorrendo dei sentieri ciclopedonali in un parco, poi su strade secondarie che avevo accuratamente scelto durante la pianificazione del viaggio.
Pedalare nel tardo pomeriggio è davvero figo, è Domenica e praticamente non c’è in giro nessuno, a parte un runner che mi vede in lontananza e comincia a sbracciare, blatera qualcosa in un inglese tutto suo, non capisco cosa cavolo vuole questo qui tutto sudato che corre sul marciapiede. Quando è a due o tre metri da noi mi fa segno che vuole da bere. Sembra proprio in crisi, gli allungo la borraccia sentendomi un po’ Bartali e un po’ Coppi allo stesso tempo, ne fa fuori metà e mi ringrazia, ora mi ritrovo con una borraccia mezza vuota e il beccuccio bello sbausciato. Io non mi farei grossi problemi, ma Maddi mi proibisce categoricamente di bere da quella borraccia da qui fino sera!
Svoltiamo a destra su una stradina di campagna che sale in un tunnel di alberi, ecco che si comincia a vedere il paesaggio collinare, spuntano mille tonalità di verde, le prime pecore, spunta anche il primo cane che esce dal giardino della casa e ci rincorre abbaiando, Maddi scatta in avanti manco fosse Contador sull’Angliru rivolgendo il suo urlo disperato all’interra Lee Valley: “Heeeeeeelp!”.
Ovviamente nessuno ci sente, il cane si ferma con il fiatone e noi ci facciamo una risata, come prima tappa non male davvero!
Arriviamo intorno alle 19:30 a Macroom, chiamo il B&B per capire dove diavolo si trova e quando lo capiamo ci accorgiamo di aver sbagliato strada, torniamo indietro, troviamo il posto e senza pensarci troppo scarichiamo le bici e andiamo in paese per trovare qualcosa da mangiare.
Sono quasi le 21:00 e tutte le cucine sono già chiuse (okay Irlanda, lezione imparata, qui si mangia alle 18:00!), l’unico posto aperto è una friggitoria strafedita dove pure i muri sono unti! Ci mettiamo in fila, gli altri ordinano Fries & Peas (patatine e piselli) che pare essere la prelibatezza del luogo, noi ci accontentiamo di anelli di cipolla small (che sono almeno una trentina) e due chicken burger con patatine fritte.
Infiliamo tutto nella borsa, sapendo che la puzza di fritto ci avrebbe accompagnato per tutto il viaggio, arriviamo in camera e seduti sul letto ci gustiamo tutta questa bontà: chi non ha mangiato onion rings e chicken burger seduto sul letto di un B&B?
MACROOM - EAGLE POINT / 62 KM
Cominciamo a fare l’abitudine alle ricche colazioni irlandesi, oggi c’erano anche i pancake!
Ci attende una bella tappa, forse la tappa che più di tutte ho modificato durante la pianificazione del viaggio visto che le possibilità per raggiungere l’oceano erano diverse.
L’ultimo cambio é avvenuto quando Claudio ci ha dato degli eretici per non voler passare da Gouganebarra, e se un italo-irlandese ti dice che ci devi passare, beh c’è poco da fare, modifichi l’itinerario e fai in modo di passarci!
Nei primi chilometri appena usciti da Macroom pedaliamo di fianco a The Gearagh, una incantevole e stranissima foresta di querce ora sommersa e paludosa.
Rimaniamo sulla strada principale per la maggior parte del tempo, a un certo punto vedo un cartello con le indicazioni di un itinerario ciclabile che punta una strada secondaria, Maddi mi fulmina e so già cosa vuol dire: “se facciamo la deviazione e ci sono delle salite in più di quelle che dobbiamo già fare ti ammazzo!”.
La guardo strano e al grido di “all’avventura!” imbocchiamo la stradina. Salite non ce ne sono e ci godiamo per questo paio di chilometri un paesaggio più selvaggio! Ci stiamo pian piano avvicinando al bivio per Gouganebarra, dobbiamo percorrere un tratto di strada che poi ripercorreremo anche al ritorno dal parco nazionale per tornare sulla strada maestra. Non mi é mai piaciuto rifare la stessa strada al contrario, sarà che sono ingegnere, sarà che sono pirla, sta di fatto che é così!
Per farla breve, spinto da questa mia fissa mentale guardo il Garmin e studio un’alternativa su una strada più che secondaria che però ci porterebbe proprio in riva al laghetto di Gouganebarra.
Lo sguardo fulminante arriva ancora, “ma va é uguale, tanto si sale anche su quell’altra di strada”, peccato che una volta girato l’angolo ci si para davanti un muro al 15%!
Con le orecchie basse e la coda tra le gambe giro la bici, per carità era fattibile, ma obiettivamente aveva poco senso andare avanti e spaccarsi le gambe. Fortuna che avevamo fatto solo 500 metri di deviazione! Quando Maddi mi vede tornare indietro scatta subito il vaffa di routine, cerco di far finta di niente, ci riportiamo sulla traccia originale e con un po’ di salita pedalabile, arriviamo a quel luogo fiabesco di Gouganebarra.
La prima cosa da fare é mangiare un bel bagel al salmone affumicato e una bella cheese cake, dopodiché possiamo riprendere le bici e percorrere l’anello immerso nella foresta, un vero spettacolo dove a nemmeno 300 metri di altitudine sembra di stare da noi in alta montagna!
Tornati sulla R584 proseguiamo seguendo il richiamo del mare, una breve sosta al castello sul fiume Riverowvane e siamo finalmente ad Eagle Point. Innanzitutto, cos’è Eagle Point? Beh Eagle Point é una figata e la descrizione potrebbe chiudersi qui. Per essere più precisi, si tratta di promontorio che si estende nel mare interamente adibito a campeggio.
Il signore alla reception ci consiglia di andare a piantare la tenda alla sezione H e ce la indica sulla foto aerea appesa al muro della reception: è la zona più tranquilla, perché più lontana dai servizi, quindi nessuno la sceglie.
Non ci pensiamo due volte, servirà anche la bicicletta per andare in bagno (li abbiamo misurati ed erano a 600 metri!), ma vuoi mettere piantare la tenda in riva al mare, fare da mangiare all’imbrunire e godersi il tramonto sdraiati fuori dalla tenda!
EAGLE POINT - KENMARE / 71 KM
La sveglia oggi ha il suono particolare del verso dei gabbiani, dopo la prima notte in campeggio dobbiamo ancora trovare l’assetto ideale e coordinare le operazioni di smontaggio!
Considerata la distanza dei bagni decidiamo di smontare prima tutto per poi lavarci la faccia e fare colazione comprando al bancone del minimarket il menù completo: bacon, crocchette di patate, pudding nero e bianco, salsiccia e un bel muffin!
Okay ora siamo pronti, solo leggermente appesantiti, per quella che si rivelerà essere la tappa con più dislivello della vacanza.
Si parte subito in salita, strada larga, niente di che se non utile per scaldarsi e scendere in picchiata verso Glengariff. Proprio qui comincia il Ring of Beara, la prima delle tre penisole (le altre sono Kerry e Dingle) che abbiamo in programma di fare.
La strada é un continuo su e giù con vista mare, pendenze dolci e poco traffico per tutta la mattinata, pare una zona non molto frequentata, eppure é spettacolare!
Ci fermiamo a pranzare nella ridente Adrigole, quattro case, un minimarket, un tavolino con ombrellone e un bagno pubblico preso d’assalto, bisogna alleggerirsi prima del mitico Healy Pass!
Questa famosa salita taglia esattamente a metà la Beara Peninsula, una ferita nel cuore delle montagne, sei chilometri di goduria assoluta con pendenze pedalabili e una strada con curve sinuose che quando ti giri la vedi serpeggiare in mezzo ai prati.
Maddi oggi è in formissima, su queste pendenze va su che é una meraviglia e decide di richiamare a se tutte le pecore e le capre che brucano a bordo strada.
Arrivati in cima la vista é davvero impagabile: da un lato la strada appena percorsa, dall’altro la strada che ci attende con il Kerry che si mostra per la prima volta all’orizzonte!
Seguendo il consiglio di due cicloturisti irlandesi abbandoniamo la strada nazionale per addentrarci su una stradina secondaria che segue la costa andando su e giù in mezzo al bosco, dicono sia uno dei punti più selvaggi di Beara!
Sempre quei due ciclisti ci avevano detto che dovevamo assolutamente fermarci a Bunaw per gustare il miglior toast al salmone di Irlanda. Ho un ricordo bellissimo di quel posto, sono sicuro che se ci tornassimo ora in macchina lo vedremmo come una schifezza, ma arrivare con le bici cariche, ordinare un toast al salmone e una pinta di Murphy’s da bere sul tavolaccio in legno del molo, beh, tantissima roba!
Dopo aver scambiato, sempre con quei due viaggiatori irlandesi e con altri ciclisti americani, qualche battuta sullo stile impeccabile delle nostre bici e del nostro abbigliamento (:D) ci prepariamo ad affrontare l’ultima parte della tappa.
I quindici chilometri che ci separano dalla meta sono abbastanza tranquilli, ma la fatica comincia a farsi sentire e visto che il campeggio é fuori paese e Kenmare sembra essere una bella cittadina, optiamo per il B&B.
KENMARE - CAHERDANIEL / 43 KM
Complice la comodità del materasso e la brevità della tappa decidiamo che stamattina possiamo fare con calma, anzi, molta calma! Dopo una sostanziosa colazione (non poteva essere altrimenti) facciamo un giro al mercato del paese prima di mettere definitivamente il culo sulla sella e cominciare a pedalare!
La prima parte della tappa onestamente non é niente di memorabile, pedaliamo sul famoso Ring of Kerry, nel suo tratto forse meno bello paesaggisticamente. In sostanza, fino a Sneem andiamo via abbastanza tranquilli senza molto da segnalare, tranne il cielo che pian piano va scurendosi! Nella piazza di Sneem, al cospetto della statua dell’eroe cittadino che risponde al nome di Stephen “Steve” Casey (un pugile dell’anteguerra), decidiamo di tirare fuori il focaccione comprato al mercato, la giusta carica per affrontare la seconda parte della tappa!
Finalmente il paesaggio diventa più selvaggio, la strada punta decisa nell’entroterra per poi piegare nuovamente e tornare sulla costa. Mentre noi saliamo verso la cima, il cielo decide che é ora di buttare giù un po’ d’acqua, non molta però, solo un assaggio, giusto per rompere le palle! Metti e togli l’antipioggia quelle due o tre volte, per la gioia di Maddi, che non sopporta fermarsi continuamente per aumentare e diminuire gli strati!
In cima tira un bel vento, non ci fermiamo molto, scendiamo in picchiata schivando la pioggia nebulizzata, facciamo un pit-stop al market della pompa di benzina e in men che non si dica arriviamo al campeggio quasi senza accorgercene!
Ancora una volta siamo sul mare, la mitica Micra oggi é picchettata sopra una piccola scogliera, tre o quattro metri sotto di noi le onde si infrangono sulla spiaggetta. Sarebbe da stare fuori a godersi in prima fila lo spettacolo, ma il cielo d’Irlanda cantato dalla Mannoia ha altri programmi e l’acqua nebulizzata di prima diventa pioggia vera! Sarà il leit motif della vacanza: ogni notte passata in B&B, non pioverà, ogni notte passata in campeggio, pioverà.
Il nostro aperitivo ce lo gustiamo in tenda: prima i biscotti, a seguire le pringles e per finire, visto che piove e non abbiamo sbattimento di cucinare al freddo, ceniamo con una bella zuppa al baretto del campeggio!
E chi ci ammazza a noi?!
CAHERDANIEL - CAHERSIVEEN / 59 KM
Suona la sveglia, fa freddo, Maddi apre la zip della tenda e il colore del cielo non promette nulla di buono, le tonalità di grigio non si contano.
Sarà il nostro primo giorno sotto l’acqua irlandese, forse, o forse no!
Smontiamo l’accampamento e risaliamo verso il minimarket del campeggio, andiamo al bancone della rosticceria che ha appena sfornato salsicce e bacon, un bel sacchetto a testa e siamo pronti per assumere il “giusto” quantitativo di calorie!
La partenza é subito in salita, si tratta del Cookamista Pass, che con dolci pendenze e un fantastico panorama sulla baia di Derrynane ci accompagna per i primi sei chilometri.
La vetta non regge il confronto con quello che si poteva ammirare durante l’ascesa, ci copriamo e scendiamo verso Waterville.
Giunti in paese su proposta di una Maddi infreddolita, ci infiliamo in un pub. Sono le 11:00 circa, noi beviamo un caffè, gli irlandesi una pinta di Guinness, ogni ora é buona per una nera!
Nel frattempo il sole decide di uscire allo scoperto e noi, come da programma, abbandoniamo la N70 in favore del Ring of Skellig, la strada che percorre tutto il periplo della penisola più occidentale del Kerry!
Fino a ieri sulle Isole Skellig stavano girando alcune scene del nuovo film di Star Wars, speravamo di trovare qualche navicella volante, ma purtroppo niente, erano tutte già tornate alla base, peccato!
Il Ring of Skellig é una perla poco trafficata e più incontaminata rispetto al resto del Kerry, vuoi per la strada più stretta, vuoi per quei due chilometri di salita che sull’altimetria di giornata saltano subito all’occhio!
Il tempo di mangiare un panino sulla spiaggia di Keel, poi nuovamente in sella, quel fatidico dentellino rosso fuoco sta per arrivare. Ed eccolo là, si vede subito dove va a svalicare la strada, non sembra lontano, sarà però lontanissimo!
Il Coomanaspic, questo il nome del bastardo di giornata, é una salita di 2,5 km al 8,5% medio. E non é finita qui, perché nell’ultimo chilometro e mezzo, in cui ci sono ben tre tornanti, la pendenza media sale all’11,5% così, tanto per gradire!
Abbiamo poco meno di venti chili sul groppone, Maddi é super e prova la tattica dello zig-zag, sembra funzionare, ma sotto i 3 km/h mantenere l’equilibrio é dura, ma più dura ancora é ripartire su queste pendenze!
Per terra la scritta SLOW invita le auto che scendono a rallentare, per noi non é propriamente un invito, é un dato di fatto!
Vogliamo provarci a rimanere in sella, ma alla fine non ne vale la pena, spingere fa parte del gioco, alla fine é quasi divertente, Maddi si gira, vede me che spingo, insulta tutti gli dei del cicloviaggio e si mette a spingere anche lei.
La cima però va conquistata sui pedali, ci ritentiamo dopo l’ultimo tornante. Arrivo in cima, corro indietro, Maddi scende dalla bici esausta, io salgo sulla KTM e ridendo come un deficiente porto a termine l’opera anche con la sua bici!
Finalmente si apre la visuale sull’altro versante, o almeno si fa per dire: un nuvolone si sta avvicinando velocemente, manco il tempo di rendersene conto che sta già piovendo! Vestirsi e partire, in picchiata verso Portmagree, adesso fa un freddo porco!
Arriviamo al campeggio di Cahersiveen circa un’oretta più tardi, una tappa anche questa spettacolare!
Il campeggio sul sito internet si autoproclama “the best camping in Ireland”, non gli darei voto zero, ma non hai un minimarket, le docce vanno con i gettoni, la cucina comune é un buco, mi chiedi 5€ per la lavatrice, beh “the best camping” un cazzo!
Nonostante questo, noi ci pappiamo dei fantastici noodles e un risottino, ritorna la pioggia e ci infiliamo in tenda, questa Irlanda ci sta piacendo un sacco!
CAHERSIVEEN - THE STEPPING STONE / 40 KM
Ieri sera pioveva e stamattina, anche se non diluvia, non promette proprio benissimo. Visto che il “best camping” non ha niente di caldo da offrire al mattino, decidiamo di muoverci presto e di entrare in un pub per una super colazione, l’ennesima!
Facciamo una spesa veloce al supermercato del paese e appena fuori dall’abitato abbandoniamo la strada principale. Oggi si va nel Kerry interno, le salite diventano vere e il numero di macchine e persone incontrate lo potremo quasi contare sulle dita di una mano!
Il menù di giornata prevede una prima salita di riscaldamento, la Cappagh Climb, una breve discesa e il Ballaghisheen Pass, più corto, ma decisamente più duro!
Oggi pedalare é una libidine, non c’è davvero nessuno in giro e man mano che ci inoltriamo verso l’interno il paesaggio migliora. Proseguiamo tra muretti a secco e greggi di pecore, immersi nel verde e ammirando in lontananza le cime più alte di Irlanda (di poco sopra i 1000 metri!).
Proprio mentre stiamo cominciando la seconda salita ecco il primo deciso scroscio di pioggia, copricasco, guscio e via, siamo pronti per le dure pendenze del Ballaghisheen! In vista dell’ultimo chilometro Maddi scatta e mi lascia sul posto indaffarato a mettere via la reflex, sono stato colto di sorpresa, il GPM di giornata é suo, ma si é scordata che il premio (un muffin al cioccolato) ce l’ho nella mia borsa!
Il paesaggio é semplicemente super da quassù, si vede la strada sull’altro versante scendere prima tortuosamente e poi in maniera lineare tagliare in due la vallata. Se sommate tutto questo con il tipico cielo irlandese ne esce un autentico capolavoro!
La discesa é una goduria assoluta, un filo di vento contrario tenta di rovinare il programma, ma non riesce nel suo intento. Giungiamo così in fondo alla discesa, siamo quasi arrivati, dobbiamo solo deviare verso la Bridia Valley per raggiungere lo Stepping Stone.
Avevo prenotato questo B&B ancora prima di partire e senza dire nulla a Maddi. A lei avevo detto che avremmo campeggiato nel “buco del culo dell’Irlanda” vicino a questo casolare, in realtà avevo prenotato una camera e la cena come regalo per aver smesso di fumare da un anno!
Purtroppo, il mancato arrivo delle bici ci ha fatto slittare tutto di un giorno e avendo dovuto chiamare per spostare la prenotazione la sorpresa é saltata. Esattamente al centro del Kerry, ai piedi del Carrauntohill, John e Sandy ci accolgono in maniera stupenda, una torta alla cannella con un gelato al limone che ancora adesso ce la ricordiamo, per non parlare dell’agnello alla menta per cena, non sarà economicissimo, ma se passate da queste parti fateci un salto!
Arrivati a destinazione appena dopo pranzo abbiamo tutto il pomeriggio da dedicare a una bellissima camminata nei dintorni!
Il mitico John ci indica il sentiero da seguire, é il padrone di casa e non si può non seguire il suo consiglio! Cosi, armati di macchina fotografica e antipioggia, ci incamminiamo verso le montagne.
Passeggiamo circondati da pecore e capre (oltre che da capremedde) praticamente tutto il tempo, scendiamo prima verso il torrente, risaliamo verso la fattoria e poi proseguiamo sull’altro lato scavalcando i recinti e ammirando dall’alto tutta la valle. Forse non sarà niente di particolare, anzi, è tutto molto tipico irlandese!
E, ai nostri occhi, rimane tutto stupendo anche quando, nonostante il sole, comincia a diluviare di brutto. Ormai siamo abituati, abbiamo imparato dalle capre irlandesi, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche loro vanno avanti a mangiare, noi continuiamo a pedalare o, nel caso specifico, a camminare!
La cena, come già accennato, é qualcosa che difficilmente dimenticheremo. Scambiano due parole con una ragazza italiana che insieme al suo ragazzo sta percorrendo il Kerry a piedi, poi si va in camera, domani é il grande giorno!
THE STEPPING STONE - KILLARNEY / 62 KM
Quella di oggi é la tappa regina, quella che non vedevamo l’ora che arrivasse, quella che ha fatto partire l’embolo mesi fa davanti allo schermo di un computer, quella sognata, quella che già sulla carta sembrava spettacolare, quella che vorresti non finisse mai!
Oggi é davvero uno di quei giorni perfetti, sole e cielo limpido, posti stupendi, strade strette e sconnesse, nascoste e poco conosciute che scopri soltanto zoomando sulla mappa fino in fondo, strade di cui mi innamoro molto in fretta! Insomma, avrete capito che questa tappa é giusto un filo quella cui siamo rimasti più affezionati.
La giornata comincia con una colazione da leccarsi i baffi che ci conferma come la cucina di Sandy sia qualcosa di irreale!
Carichiamo le bici, ringraziamo per la fantastica ospitalità e in leggera discesa andiamo verso l’imbocco del tanto atteso Ballaghbeama Gap.
La salita é forse quella più spettacolare che abbiamo fatto in tutto il viaggio, la prima parte é relativamente tranquilla, poi ci si addentra nella gola. La strada sale seguendo il profilo delle montagne, larga non più di tre metri, le strisce gialle a fare da contrasto con il verde brillante dell’erba, il sole che illumina tutto e solo noi sulla strada, nessun altro! Siamo noi e il Ballaghbeama Gap, un regalo che l’Irlanda ha deciso di farci, voglio tornare là, ora!
Sul finire le pendenze si inaspriscono un po’, mi attardo per fotografare Maddi, ci godiamo questo momento unico e una volta in cima abbiamo entrambi l’espressione felice di un bimbo la mattina di Natale!
Da qui si intravede la strada che andremo a percorrere, si vede la discesa e poi sul lato opposto della valle si nota la strada del Lough Brin, la seconda ascesa del giorno. Se il Ballaghbeama Gap era una strada poco battuta, possiamo tranquillamente definire questa come strada deserta, incredibilmente non ci sono neanche le pecore, pazzesco!
L’asfalto é ghiaioso, in mezzo una lingua d’erba divide in due la sede stradale, il paesaggio é fantastico: dietro di noi le cime più alte dell’isola, a sinistra il Lough Brin e davanti a noi questa piccola stradina che con strappi decisi si arrampica sulle colline. E non importa se una nuvola decide di pioverci addosso, niente e nessuno potrebbe rovinare questo momento!
La discesa successiva é goduria pura, all’incrocio con la strada che proviene dal Moll’s Gap ci fermiamo a mangiare, non é finita, ci manca ancora il Gap of Dunloe.
Che dire di quest’ultima salita, forse il modo migliore di chiudere la giornata! La salita é relativamente corta, dura al punto giusto, ma la fatica é totalmente ripagata da quello che si può ammirare in cima e poi lungo la discesa (che forse é il “vero” versante del Gap of Dunloe).
Tira un vento fortissimo, lungo la discesa ci sarebbe da fermarsi praticamente ogni dieci metri. Dico a Maddi di andare avanti, mi piacciono le foto in cui lei e la sua bici carica sono in lontananza, si può vedere bene il paesaggio e immaginare la bici avanzare sulla strada lentamente godendosi ogni momento di questo splendido viaggio!
Dopo una meritata fetta di torta alla fine della discesa, prendiamo la pista ciclabile alla periferia di Killarney e arriviamo in campeggio. Doccia veloce, cena in paese e poi scendiamo in riva al Lough Leane per ammirare il Ross Castle illuminato.
Dobbiamo anche decidere cosa fare domani, dedicare un giorno al Killarney National Park sacrificando però il Dingle o proseguire verso la terza penisola? Sarà stata la tappa di oggi, sarà che questa Irlanda è tutta da scoprire, ma alla mia domanda Maddi non ci pensa due volte ed esclama “Andiamo a Dingle!”, brava morosa, risposta giusta, keep going!
KILLARNEY - DINGLE / 70 KM
Dopo la tappa regina di ieri é difficile saltare in sella, hai ancora gli occhi pieni di quei fantastici paesaggi che vorresti quasi tornare indietro. Poi ci pensi bene, forse non é il caso, ci aspetta Dingle e non vedi l’ora di arrivare là! Prima però, l’immancabile irish breakfast.
Con lo stomaco (stra)pieno e Maddi che manifesta un po’ di stanchezza imbocchiamo la ciclabile e poi la abbandoniamo per addentrarci sull’ondulata R563 verso Milltown e poi Castlemaine.
Sorpassati questi piccoli paesini comincia la penisola di Dingle, prima però ci tocca uno stop dal benzinaio per dare una leggere gonfiata alla mia gomma posteriore.
La pigrizia si sa, gioca brutti scherzi. Non ho voglia di togliere le borse per fare piú ij fretta, per cui pompo la gomma, ma appena la stacco dalla valvola, BOOOOOOM!
Camera d’aria e copertone lacerati, tutto da buttare. Meno male che il cerchione non ha subito danni e fortuna che un copertone di scorta ce lo siamo portati dietro! Una volta risolto l’inconveniente decido per scaramanzia di usare la mia pompetta mini al posto della colonnina del benzinaio, non si sa mai!
Il pit-stop forzato ci ha allungato un po’ i tempi, ma poco importa, Inch Beach non é lontana e ci sta già aspettando. Lo spiaggione é enorme e pieno di surfisti, hanno di che divertirsi qui mentre noi ci gustiamo i nostri panini. Ad un certo punto compare un pacchetto di biscotti al caramello, uno tira l’altro, un altro ancora, insomma va a finire che il pacchetto scompare. E per chiudere in bellezza non ci facciamo mancare nemmeno un caffè irlandese con cheese cake al baratto vista oceano. Non che ci fosse bisogno di questo pranzo per decretarlo, però si, facciamo schifo!
Il bello é che adesso cominciano le salite più dure, la strada lascia la costa e per raggiungere Dingle bisogna superare due belle collinette. Con tutta la calma del mondo affrontiamo queste due asperità, oggi ci fanno compagnia mucche e cavalli e anche qualche auto di troppo, soprattutto avvicinandosi al paese.
Siamo quasi arrivati, dalla cima della collina si può vedere Dingle e la sua baia, le luci del tardo pomeriggio fanno il resto, é figo sto posto! Il campeggio é un po’ fuori, circa due chilometri oltre il centro, non é niente di che, un prato antistante l’ostello della gioventù, pieno di tende e di diversi cicloviaggiatori che avevamo già visto per strada. Niente male come location, ci starebbe una salsiccia cotta con il fornelletto, ma il richiamo del merluzzo impanato e della Guinness é troppo forte!
La cena é deliziosa e per di più anche economica, stiamo x tornare alla tenda quando le note di “Dirty Old Town” riempiono il paese, conosco la canzone, ci fermiamo ad ascoltare, son bravi davvero questi.
Finita la canzona il cantante dice al violinista “Fammi un giro di DO”, forse abbiamo capito male, e invece no, sono italiani e stanno suonando in strada a Dingle. Durante il concerto parliamo un po’ con i loro amici e scopriamo che sono di Milano e si chiamano Meneguinness. Acquistiamo l’album e molte altre persone fanno lo stesso, sono davvero bravi e si meritano tutto quello che hanno raccolto questa sera!
PS: diversi mesi dopo, siamo andati in un pub della periferia di Milano a sentirli suonare e hanno dedicato “Galway Girl” a quei due viaggiatori in bici che avevano incontrato una sera a Dingle, sarà una cazzata, ma ci ha fatto un sacco piacere!
DINGLE - TRALEE / 55 KM
Dopo la serata a ritmo di violino e chitarra nel centro di Dingle é tempo di svegliarsi, smontare la tenda e tornare in paese per rifocillarsi prima di affrontare il lungo Connor Pass. Non troviamo nessun pub aperto per una bella irish breakfast come si deve, dobbiamo arrangiarci con il banco della colazione del supermercato. In quanto a colazioni fetide credo che in pochi ci battano!
Non abbiamo molto tempo per scaldarci oggi, la salita comincia subito ed é anche lunga quasi 7 km. Il Connor Pass é la nostra Cima Coppi del viaggio, si raggiungono addirittura i 410 metri ed é anche la strada asfaltata più alta dell’isola!
Fa caldo già di prima mattina e Maddi non ne vuole proprio sapere di pedalare oggi (secondo me perché siamo in salita). La soluzione é fare tante pause, la salita non é semplice come sembra e ogni pausa é buona per ammirare la baia di Dingle che ci stiamo lasciando pian piano alle spalle.
Il panorama dalla cima del monte (da raggiungere a piedi) é davvero notevole, la vallata sul versante nord é davvero splendida. Il vento qui soffia che é un piacere, torniamo alle bici e scendiamo in picchiata verso Castlegregory alla ricerca della spiaggia dove poter mangiare i nostri mitici panini al pollo e salse varie.
Il sole purtroppo scompare, comincia a fare un po’ freddo, di conseguenza optiamo per un brownie con gelato al caffè in centro al paesello. Ci sediamo comodamente fuori, il sole nel frattempo é tornato, cosi una volta finito Maddi va in bagno, dopo un po’ torna, raccogliamo le nostre cose e ripartiamo.
Durante una pausa verso metà pomeriggio chiedo a Maddi quanto aveva pagato il brownie cosi da aggiornare la lista delle spese sul telefono, risposta: “Io non ho pagato!”. Silenzio. “Io nemmeno!”. Altro silenzio. Insomma, siamo ricercati tuttora a Castlegregory perché ci siamo dimenticati di pagare, strepitoso!
Ridendo di questa simpatica situazione proseguiamo verso Tralee, non un bellissimo paese a dire la verità, ma d’altra parte da qui parte il pullman che domani ci porterà ad Ennis, per cui non avevamo molta scelta.
Come da programma andiamo all’ufficio del turismo che ci prenota una camera in un b&b del centro. Ad accoglierci arriva una simpatica (giusto un filo logorroica) signora dai capello giallo fluo, non smette un attimo di parlare, continua a fare i complimenti a Maddi per il suo bel ragazzo (insomma ho un certo fascino sulle over 60), addirittura arriva a dire che assomiglio all’attore della pubblicità di D&G (giuro, non sto scherzando).
A questo punto, dopo aver consigliato alla signora una visita dall’oculista, ci rinfreschiamo con una bella doccia calda prima di uscire per mangiare al Grand Hotel. Non avevamo molta scelta, la mitica bionda non ci ha parlato d’altro, dovevamo provare questo rinomato Grand Hotel. Per mangiare bene abbiamo mangiato bene, ma credo sia il posto dove abbiamo speso di più in tutta la vacanza, maledetta signora!
TRALEE - ENNIS - CORROFIN / 17 KM
Se prendete la cartina e guardate dove sono rispettivamente Tralee e Ennis vi accorgerete che é impossibile aver fatto una tappa di soli 17 km. Ovviamente c’è il trucco, e il trucco in questo caso si chiama Bus Eireann!
Poiché i giorni di ferie sono quello che sono (due settimane), già prima di partire avevamo prenotato il trasferimento in autobus da Tralee a Ennis, così da non perderci le bellezze del Burren e le mitiche Cliffs of Moher, evitando il tratto dello Shannon River e tapponi meno belli (sulla carta) per raggiungere la contea di Galway.
Insomma, partenza di buon mattino dalla stazione degli autobus di Tralee, cambio volante a Limerick e arrivo intorno alle 11:00 a Ennis.
La figata degli autobus è che, contro ogni più rosea aspettativa, le bici ci stanno in piedi senza dover smontare niente a parte le borse! Ovvio, gli portiamo via mezzo bagagliaio, ma per fortuna l’autista si dimostra molto flessibile.
Una volta ad Ennis riempiamo lo stomaco con una ormai tipica colazione, uova e salmone giusto cosi per stare leggeri, d’altra parte la tappa é lunga!
Ce la prendiamo con calma, usciamo dalla cittadina percorrendo le vie intasate del centro e imboccando quelle strade secondarie accuratamente scelte in fase di preparazione del viaggio. Il contorno qui é diverso da quello che abbiamo visto nelle penisole più a sud, innanzitutto ci sono meno pecore e meno capre, il che vi assicuro fa davvero strano.
Ci sono poi moltissimi muretti a secco che seguono la strada e tagliano in due le colline, questo é il Burren, ma siamo ancora alla periferia, oggi non ci addentriamo nel cuore di questa zona unica nel suo genere in Irlanda e forse anche nel resto del mondo!
Pedaliamo su e giù per le collinette, a volte su strade che sembrano tunnel scavati tra i rami degli alberi.
La meta é vicinissima, ma anche l’acquazzone! Giusto il tempo di montare la tenda e fare la doccia che il cielo si tinge di grigio e comincia a buttare giù acqua. Stavolta é una pioggia costante, la prima e unica vera pioggia che abbiamo avuto durante queste due settimane! Inutile dire che abbiamo dedicato l’intero pomeriggio al relax uscendo dal nostro rifugio di 2,20m per 1,50m solo per andare a cena!
Non avevamo molta scelta, tra il fornello e il pub optiamo per la seconda, giusto per uscire un po’ dal campeggio che ci aveva un po’ stancato.
Alle 18:20 abbiamo già il piatto davanti, le pinte di Guinness stasera arrivano a tre e l’uscita dal pub non é proprio in linea retta, anzi! Visto che non piove più e c’è ancora chiaro, passeggiamo un po’ per la ridente (!!!) cittadina di Corrofin. Maddi decide di fare amicizia con delle mucche, io faccio alzare in volo con un battito di mani qualcosa come duecento uccelli che se ne stavano a far casino sugli alberi. Forse é il caso di tornare in tenda, che dite?
Domani si entra nel vero Burren seguendo una traccia improvvisata, staremo a vedere!
CORROFIN - DOOLIN / 41KM
Oggi si improvvisa, é deciso! Dopo aver studiato per bene la mappa che abbiamo recuperato all’ufficio del turismo del Burren National Park, decidiamo di abbandonare la traccia studiata a tavolino e di addentrarci in questo angolo di Irlanda seguendo l’istinto.
Oggi non fa propriamente caldo, dopo la pioggia di ieri l’aria é frizzante, bisogna scaldarsi in fretta. Dopo pochissimi chilometri arriviamo sulla strada simbolo del Burren, davanti a noi una delle rocce calcaree più grandi e più alte, quella che il più delle volte si vede nelle cartoline di questa zona, un posto davvero singolare, soprattutto perché non sono nemmeno le 09:00 di mattina e ci siamo soltanto io e Maddi, spettacolo!
Sono pronto a tirare fuori la reflex, sto tirando fuori il cavalletto ed ecco che la furia della pioggia e del vento si scatena su di noi, una vera e propria tempesta. Senza pensarci troppo ripartiamo subito, via il cavalletto, via la reflex, la temperatura precipita, la pioggia finissima e quasi ghiacciata non perdona, davvero una tempesta coi fiocchi. Passano dieci minuti esatti e cosi come é arrivata se ne va. Una sfuriata ed é già tutto finito, il vento continua a dire la sua, ma le nuvole sono sparite e il sole illumina tutto come se niente fosse successo. L’Irlanda non smette di stupirci!
Oggi dobbiamo ammettere che non siamo proprio in forma e il forte vento che viene dall’oceano, verso cui siamo diretti, di certo non ci da una mano.
In un continuo susseguirsi di discese (ripide) e salite (ancora più ripide) imbocchiamo una strada sterrata seguendo il richiamo per l’avventura e l’amore per le strane non convenzionali che ci (più me che Maddi) contraddistingue! All’inizio la strada sembra pedalabile, ma poi girato l’angolo ecco apparire sassi e erba.
É una strada magnifica, siamo soltanto noi e il vento, dispersi in una zona sconosciuta del Burren, guardando il Garmin bisogna zoomare indietro un bel po’ prima di trovare la strada asfaltata! Sicuramente una fatica incredibile, ma uno dei tratti più belli della tappa e della seconda metà del viaggio.
Usciti dallo sterrato non mancano molti chilometri a Doolin, guardiamo l’ora e ci rendiamo conto che probabilmente riusciremo ad arrivare a destinazione prima di pranzo. Con i panini della Spar nelle borse arriviamo infatti al campeggio verso le 13:30, in perfetto orario per montare la tenda, mangiare, fare un bucato veloce e poi allacciare gli scarponi! Già, perchè la giornata non è affatto conclusa, allacciamo gli scarponi perché Doolin é il paese delle scogliere, le mitiche Cliffs of Moher, il simbolo dell’Irlanda!
Direttamente dal paese parte infatti il Cliffs of Moher Coastal Walk, un sentiero a picco sulle scogliere lungo circa 8 km. Ovviamente si ha la possibilità di raggiungere le Cliffs con l’autobus, ma vuoi mettere arrivare con le proprie gambe e vederle spuntare dietro la collina?!
Le pause fotografiche lungo il sentiero sono innumerevoli (alcune anche per prendere fiato), sarà anche un posto super-turistico, ma la magia che trasmette questo posto é enorme. Ci potremmo fermare qui per ore ad ammirare il tramonto, a sentire le onde che si infrangono 200 metri più il basso, a vedere i gabbiani planare dolcemente sui loro nidi, è stupendo!
Maddi non ha problemi a sederci con le gambe a penzoloni nel vuoto, io mi cago letteralmente addosso al solo pensiero, mi avvicino strisciando, piano piano, senza movimenti bruschi, sporgo la testa e immediatamente la tiro indietro, posto stupendo, ma il vuoto proprio non fa per me!
Purtroppo l’ultimo autobus che ci riporta indietro parte alle 19:30 e onde evitare un ritorno al buio sul sentiero ci tocca abbandonare il nostro posto in prima fila!
Di ritorno al campeggio ci fiondiamo dritti dritti al Gus O’Connors Pub dove siamo seduti di fianco ad un’altra coppia di italiani. In tempo zero cominciano a chiacchierare di viaggi, di Irlanda, di Scozia, di Norvegia e di mille altri posti, davanti a noi una pinta di Guinness (forse due) e in sottofondo la musica irlandese, la chiusura migliore per una giornata semplicemente perfetta!
ARAN ISLANDS / 16KM
Giornata di riposo oggi, o meglio, giornata in bicicletta sempre, ma senza borse! Esattamente a una tappa dalla meta finale di Galway decidiamo, come da programma, di dedicate una giornata del cui viaggio alla visita delle Isole Aran.
Il battello, molto più simile a un peschereccio a ben vedere, salpa il mattino presto dal porto di Doolin, per cui anche oggi niente sveglia ritardata! Improvvisiamo una colazione al porto, ma stavolta é meglio non ricordare e forse é un bene non aver mangiato molto stamattina.
Per arrivare a Inishmore (la più grande delle tre isole) ci vuole un’ora abbondante, il mare non è certamente piatto e il peschereccio balla che è un piacere, insomma, non proprio un viaggio tranquillo per chi soffre di mal di mare.
Finalmente arriviamo sull’isola, c’è davvero un sacco di gente, turisti dappertutto, minibus che offrono tour dell’isola, carrozze trainate dai cavalli, noleggio biciclette, negozi di souvenir dappertutto. L’impatto con le Aran non é esattamente dei migliori, ma c’era da aspettarsi una cosa del genere in fondo é anche giusto che sia cosi!
In sella alle nostre bici percorriamo la strada verso Dun Aengus (o Dun Aonghasa in irlandese), forse il forte preistorico più famoso dell’isola, costruito in pietra in cima a una scogliera a picco sul mare. Dobbiamo abbandonare le bici all’entrata del sito archeologico e proseguire a piedi fino in cima.
Sarà pure pieno di gente in cima, ma il suo fascino questo posto ce l’ha eccome, il rumore delle onde che si infrangono cento metri più sotto, i muri a secco probabilmente in piedi da millenni, non è che si vede tutti i giorni!
Ovviamente tira un sacco di vento qui, non è il posto ideale per mangiare, per cui torniamo alle bici e scendiamo alla spiaggia, un panino veloce e poi ancora in bici verso il lato oscuro di Inishmore! Non lo sapevamo, abbiamo improvvisato guardando la mappa, una strada piccola sul lato sud, sarà una sorpresa e Maddi mi guarda col suo sguardo “Sicuro che poi non dobbiamo arrampicarci da qualche parte?”. Ovviamente non sono sicuro, ma la scelta paga!
Appena usciamo dalla strada principale é come se ci fossimo solo noi sull’intera isola, noi, le pecore, le mucche, una distesa quasi infinita di muretti a secco che si perdono all’orizzonte e un panorama da favola.
Davanti a noi la strada sterrata, a destra l’Oceano Atlantico e in lontananza le Cliffs, la deviazione ha trasformato il giudizio sulle Aran da “carine, ma troppo turistiche” a “splendide, voglio tornarci!”, basta davvero poco a volte!
Cerchiamo di goderci questo tratto di strada, ma purtroppo il battello riparte tra poco e dobbiamo tornare al porto, giusto il tempo di un’altra pausa in riva al mare, poi battello e pausa merenda a Doolin.
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Per la sera decidiamo di replicare il pub di ieri, stasera si va di fish and chips, così per mantenere alto il livello salutare delle nostre cene irlandesi!
DOOLIN - GALWAY / 80 KM
Suona la sveglia, è abbastanza presto oggi, tappa lunga, ma soprattutto è l’ultima tappa di uno splendido viaggio! Maddi oggi è contrariata fin dalla partenza, sarà il meteo non proprio promettente, sarà l’ultima tappa, non ha molta voglia e fortuna che l’autobus è stato preso d’assalto da un gruppo di boy scout tedeschi, altrimenti chissà, forse quest’ultima tappa non l’avremmo mai fatta.
In fondo è stato un bene, perchè oltre a raggiungere la meta del viaggio in sella alle nostre bici, la tappa si è rivelata uno spettacolo! Un continuo su e giù lungo la costa, le pietre calcaree del Burren alla nostra destra e il mare sulla sinistra, strade praticamente deserte, l’asfalto bagnato e il vento che cambia continuamente direzione sono gli ingredienti della giornata.
Quando arrivi alla fine di un viaggio rischi di non apprezzare la bellezza perchè nei giorni precedenti hai visto delle cose meravigliose! Devo dire che non è questo il caso, perchè davvero per tutta la prima parte della tappa abbiamo pedalato su strade fantastiche.
Ci fermiamo a mangiare a Ballyvaughan, soliti panini comprati alla Spar, tavolini fuori dal supermarket e un ragazzino di non più di 15-16 anni che con la chitarra e la voce ci sa fare alla grande che ci tiene compagnia. In poco più di mezz’ora svaria tutti i generi musicali, quando ci alziamo gli lasciamo 5€ nella custodia della chitarra, ci guarda stupito, gli diciamo che è davvero forte e ci ringrazia, se li è meritati!
Si torna in sella, alterniamo tratti su strade secondarie a tratti sulla strada principale man mano che ci avviciniamo a Galway, sentiamo che sta per arrivare la fine del viaggio quando entriamo in città. Semafori, corsie per i pullman, un po’ di traffico, l’atmosfera puramente irlandese che si respira sulle strade di campagna si perde un po’, ma è anche giusto così.
La città è carina e la via principale pullula di pub e ragazzi che si esibiscono, sembra una città giovane e dopo aver raggiunto il b&b appena fuori dal centro ci tuffiamo nella vita di Galway! Il caso vuole che incrociamo ancora i Meneguinness, stanno preparando il loro concerto in strada, li salutiamo e ci sediamo in un pub a mangiare!
Oggi una Guinness è obbligatoria, alziamo il bicchiere e brindiamo mentre fuori comincia a piovere, anche l’Irlanda brinda con noi! Una terra straordinaria, persone fantastiche, portiamo a casa un bellissimo ricordo.
final thoughts
Il viaggio ormai è concluso, dovremo ovviamente tornare a Cork in autobus e poi prendere l’aereo (e anche qui sarà un’avventura), ma il cicloviaggio oggi si è chiuso e i ricordi si mischiano, le emozioni vissute sono tantissime!
Il nostro primo cicloviaggio insieme, una prova sotto mille aspetti, fisica, mentale, una prova di convivenza nelle varie situazioni che un cicloviaggio propone ed è stato bellissimo condividere e vivere questa avventura con Maddi, che non ha mai mollato un secondo! Ho una morosa stupenda e che spacca veramente!
Sarà un viaggio che ricorderemo per sempre e siamo in difficoltà a trovare un momento oppure un luogo che batta tutti gli altri.
Quando ripensiamo a questo viaggio ancora adesso non riusciamo a trovare qualcosa di negativo, vuol dire che è stato stupendo, vissuto al 110% dall’inizio alla fine, una figata galattica e siamo pronti a replicare, stavolta più a nord, l’estate prossima si va in Islanda e chissà!