Un viaggio di sei giorni per la prima volta partendo da casa, un itinerario costruito non troppo tempo prima di partire e senza alcun punto fermo tranne il primo campeggio, un viaggio per così dire all’avventura, per la prima volta con tenda al seguito e carrello monoruota e in compagnia di un neocicloviaggiatore, Andrea, alla prima esperienza sia in bici che in tenda!!!
INZAGO – COLICO
Partenza combinata con i nostri amici che partono per il giro della Sardegna, ore 8:30 davanti alla palestra puntuali e pronti via, accompagnati dal father e da Efrem, che poi oggi ha proseguito fino a Morbegno, imbocchiamo il Naviglio Martesana, dove comincia la nostra avventura.
I chilometri che ci aspettano sono molti, così per evitare un po’ di sterrato in riva all’Adda optiamo per la strada alta che scende poi a Paderno dopo aver sorpassato l’ingegneristico ponte sul fiume, da qui in poi la strada è inedita per me, diciamo che da qui comincia la vera e propria vacanza!!!
La pausa pranzo è fissata sul lungolago di Lecco, ed è proprio qui che ci fermiamo a gustarci un’incredibile insalata di riso, un’0retta di pausa è d’obbligo, finora abbiamo percorso circa metà della tappa, ma il tratto successivo è quello più complicato, soprattutto dal punto di vista della strada, infatti per raggiungere la vecchia strada statale che costeggia il Lago di Lecco si è obbligati a prendere un tratto di superstrada, solo 3 km, ma senza possibilità di pedalare in sede propria.
Per fortuna il traffico in questo periodo non è molto e pedalando più velocemente del previsto sorpassiamo il pericolo delle galleria senza troppi problemi e imbocchiamo la SP72 che ci porterà fino a destinazione!!!
Lungo questo tratto attraversiamo tutti i paesi della costa orientale del lago, su e giù sorpassando sulla sinistra la penisola di Bellagio e raggiungendo la congiunzione dei due rami.
Ultima pausa poco prima dell’arrivo in quel di Dervio e poi ultime pedalate verso Piona, frazione poco prima di Colico situata su una piccola insenatura. Ora si tratta di scegliere tra due campeggi, nessuno dei due sembra eccellere per cui prendiamo il primo e via con la prima notte in tenda, che per certi versi si rivela allucinante, causa qualche errore nel montaggio alla primo pioggia intravediamo le gocce che trapassano il telo, non potendo fare più di tanto ci mettiamo il cuore in pace, e dopo dei tagliolini alla carbonara sul jetboil stendiamo il sacco a pelo e ci infiliamo, domani ci aspetta il Maloja.
COLICO – CHAPELLA
Primo risveglio in tenda e prima mazzata, piove come non mai, freddo che penetra dalla tenda, nuvole basse e nebbia che sale dal lago, dovremmo prendere la strada per Chiavenna e poi salire il Maloja, ma le condizioni metereologiche non vanno dalla nostra parte per cui scatta il piano di riserva.
Smontiamo la tenda sotto l’acqua e ben prima delle otto di mattina raggiungiamo la stazione di Colico, purtroppo il treno per Tirano è appena partito e dobbiamo aspettare due ore durante la quali approffittiamo per fare colazione. Alle 9:48 arriva il regionale per Tirano, carichiamo bici, borse e carrello e giunti a destinazione attraversiamo la strada, passando dalla stazione delle ferrovie italiane a quella delle ferrovie svizzere che subito si fanno notare per la loro precisione.
Prendiamo il biglietto fino alla cima del Bernina, così da spararci la discesa verso la valle dell’Inn, purtroppo però il meteo non è dalla nostra parte e non riusciamo a godere appieno del paesaggio.
Ecco la fermata Ospizio Bernina, qualche centinaio di metri in salita per raggiungere la statale e dopo esserci imbaccuccati per bene mettiamo il rapportone e partiamo per la picchiata! Una vera libidine, pochissime macchine e praticamente tutta la strada per noi fino a Samedan dove finalmente riprendiamo il nostro percorso originario lungo la pista ciclabile dell’Inn.
La tabella di marcia prevedeva di campeggiare in cima al Maloja, ma questo cambio di programma, per altro messo in preventivo, ci ha fatto pedalare fino a Chapella, dove un piccolo campeggio che constava in un prato e una struttura nuovissima per i servizi ci fa da casa per una notte. Qualche raggio di sole permette alla tenda di asciugarsi un po’ così ne approfittiamo per montare il più velocemente possibile, siamo stanchi anche oggi e dopo un piatto di risotto ai funghi, decisamente migliore della carbonara di ieri, non avendo la possibilità di andare in paese, in quanto si trova a 3 km di distanza dal campeggio, cazzeggiamo un po’ fuori dalla tenda finchè la temperatura dei 1600 metri lo consente, poi buonanotte a tutti!
CHAPELLA – CHUFLOR
Finalmente ci svegliamo col sole anche se durante la notte qualche goccia dal cielo era venuta giù, lasciamo asciugare un po’ la tenda ritardando un po’ la partenza, siamo senza troppa roba da mangiare per cui facciamo subito una pausa colazione che si rivela un buon modo di fare anche la spesa, visto che è anche domenica e la maggior parte dei negozi della valle sono chiusi.
L’altimetria della tappa di oggi sembra semplice, passiamo dai 1600 metri, metro più metro meno, ai 1100 metri in poco più di sessanta chilometri, quello che probabilmente abbiamo sottovalutato sono quei due picchi a metà tappa su strada sterrata, due bellissime e allo stesso tempo faticose salite che ci portano in cima a questi promontori a dominare la valle dell’Inn, che in questo punto è incredibile, si vedono solo due colori, il verde e il l’azzurro del cielo.
Appena prima di imboccare il sentiero in contropendenza, in una galleria sfioriamo il dramma, un marciapiede assassino cozza contro la ruota anteriore di Andre che si catapulta in avanti, da dietro la scena è tutt’altro che piacevole, ma per fortuna nessuna conseguenza, nè fisica nè meccanica alla bicicletta, solo qualche sbucciatura del palmo delle mani, per cui dopo una pausa per constatare che tutto sia a posto riprendiamo la strada!!!
In circa un’oretta percorriamo la salita, il tempo finalmente regge, via i gambaletti e comincia la saga dell’abbronzatura da ciclista che speriamo si completi nei prossimi giorni, non tanto per la ridicola abbronzatura, quanto per goderci un po’ di sole!!!
Si scende in picchiata fino a Scuol, sede di una pausa gelato coi fiocchi, e poi proseguiamo sulla sponda destra del fiume, qui ancora più torrente effettivamente, seguendo il suo percorso che tende a scendere, ma ogni tanto siamo costretti a risalire un po’ per poi ripredere l’argine che oggi ci porta fino a pochi chilometri dal confine con l’Austria e l’Italia, il campeggio è in località Chuflor, solo 9€ per dormire e la possibilità di fare un bagno in piscina!
Il tempo che ci aveva graziato finora decide di farci qualche scherzetto, il tempo di montare l’accampamento e puciare i piedi nell’acqua gelata della piscina e poi giù ancora qualche goccia!!!
Riusciamo a mangiare all’asciutto, una breve sgranchita di gambe per il paese deserto e poi rientriamo in campeggio, forse il più desolante, una ventina di persone in tutto, partitella a carte e poi chiusura della zip, sacco a pelo e via nel mondo dei sogni!!!
CHUFLOR – NATURNO
Il risveglio non è dei migliori, piove alla grandissima, posticipiamo allora la sveglia di una mezz’oretta, ma nulla cambia, per cui verso le nove siamo costretti a smontare il campo sotto la pioggia, che per fortuna dopo un po’ comincia a diminuire.
Pochi chilometri di riscaldamento e poi cominciamo la salita che ci porterà verso Nauders prima e Resia poi. La salita sale regolare senza veri strappi, con qualche pausa ogni tanto arriviamo in cima bagnati e sudati ma senza troppi problemi.
Dalla vetta scendiamo per un paio di chilometri verso la cittadina di Nauders e poi ancora leggera salita verso il Passo Resia e il confine italiano, già, nel giro di una decina di chilometri attraversiamo Svizzera, Austria e Italia!!!
Superato il passo controvento il cielo sembra aprirsi un po’ e a darci qualche segnale di speranza illuminando il lago di Resia e il campanile sommerso di Curon.
Da qui in poi la strada scende continuamente alternando tratti in falsopiano e discese vere e proprie che ti viene quasi voglia di rifarle in salita per poi ridiscendere un’altra volta!!!
Giungiamo prima a Glorenza con le sue mura e poi a Prato allo Stelvio, dove ci prendiamo una pausa gelato e dove secondo la tabella di marcia iniziale avremmo dovuto fermarci a dormire. Invece è presto e abbiamo ancora voglia di pedalare, consultiamo la mappa e vediamo che il primo campeggio sulla strada si trova a Naturno, per cui via verso la nuova destinazione.
Pedaliamo praticamente sempre immersi tra le coltivazioni di mele, lo confessiamo ne abbiamo raccolte due, ma nessuno si dovrebbe accorgersi della loro mancanza!
Prima di arrivare al campeggio c’è l’ultima breve fatica di giornata da superare, ecco poi il ponte sull’Adige e il Camping Wald, campeggio bellissimo che però ci assegna una piazzola un po’ dissestata. Lasciamo asciugare la tenda al sole prima di montarla e per la prima volta riusciamo a farci un giro in paese, visto che gli altri campeggi erano molto più isolati.
Oggi optiamo quindi per una cena in un piccolo ristorante in centro, un bel mix di carni alla trentina e dei ravioli della zona accompagnati da una buona birra per me e da una coca per Andre!
Ovviamente era troppo bello per essere vero, infatti ecco arrivare il diluvio, corriamo in campeggio a controllare che la roba stesa tra gli alberi non si sia bagnata, per fortuna è così per cui visto che il temporale è ormai alle spalle torniamo ancora in paese per bere qualcosa!
NATURNO – TRENTO
La tappa più lunga del viaggio e la tappa più lunga che abbia mai fatto in bicicletta, per la prima volta superiamo i 100 km, non che questo fosse l’obiettivo del giorno, ma è pur sempre qualcosa di speciale!
Partenza delle più tranquille stamattina, niente pioggia per tutta la notte, anche se abbiamo dormito in forte pendenza e la schiena un po’ ne ha risentito, per cui smontiamo e pieghiamo tutto fuori dall’angusto abitacolo della tenda. Decidiamo di fare la tappa colazione nel centro di Merano, visto che la cittadina si trova a soli 15 km dal campeggio.
Per raggiungere il paese la cartina indica un tratto in discesa su una strada trafficata, ma con nostra grande sorpresa un’affascinante pista ciclabile con ben otto tornanti scende fino alle porte del paese, una libidine percorrerli a tutta velocità, visto che comunque non c’era troppa gente in senso contrario!!!
Ci gustiamo quindi la colazione in piazza, il solito cappuccino con brioche e spremuta, piccola spesa per il pranzo e poi proseguiamo lungo la sponda sinistra dell’Adige in direzione Bolzano, che sarà poi sede della nostra pausa pranzo.
In questo tratto la cartina non segnala alcun campeggio così la scelta fatta ieri sera di tentare di arrivare a Trento è pressochè obbligata, mentra siamo fermi a mangiare chiamiamo l’ostello del capoluogo per vedere se c’è disponibilità di posti per la notte, ci dicono che non ci sono problemi e di arrivare prima delle sei, altrimenti chiamare per confermare la prenotazione.
Siamo a posto, quindi ce la prendiamo con calma. Fino a Salorno andiamo via tranquilli sull’argine del fiume sempre in leggere discesa, il paesaggio comincia a cambiare, dalla valle stretta del Tirolo si passa ad una valle molto più ampia dopo Bolzano, forse solo un po’ più monotona del tratto precedente, ma pur sempre bella visto che comunque il piacere di pedalare senza la preoccupazione delle auto è il massimo!
Verso le cinque giungiamo alla periferia di Trento, si vede la città, ma la ciclabile fa un bel giro dell’oca prima di portarti in centro, il contachilometri segna 111 km quando arriviamo in via Torre Vanga davanti all’Ostello Giovane Europa!!!
Siamo soddisfatti e mai come oggi avremmo desiderato un bel materasso come quello della camera 221.
La serata prevede un salto in centro per un doppio aperitivo in onore della cameriera e poi a casa di Andrea e Stefania, nientepopodimenoche il presidente e la tesoriera dell’Associazione Italiana Il Cicloviaggiatore, per una cena della cui quantità e qualità negli ultimi giorni non eravamo più abituati, grazie ancora per l’ospitalità!
Eccoci quindi di ritorno in ostello, stanchi, sazi e assonati pronti per riposarci per l’ultima fatica.
TRENTO – RIVA DEL GARDA
Ci svegliamo verso le otto meno un quarto per scendere a fare colazione, che obiettivamente non era niente di che rispetto ad altri ostelli in cui ero stato. Il cielo è un po’ coperto stamattina, niente paura, oggi nessuno scherzo, presto le nuvole si dileguano lasciando spazio al sole cocente. E’ vero siamo ancora tra le montagne, ma l’altitudine è quella di casa e il caldo, forse meno umido, è praticamente lo stesso!
Fino all’ultimo non sapevamo cosa fare stamattina, se tirare dritti fino a Verona, andare a Peschiera lungo il lago oppure scendere a Riva del Garda e prendere il traghetto sul lago per raggiungere la sponda sud del Lago di Garda e prendere il treno fino a casa.
Diciamo che la stanchezza accumulata ha fatto cadere la scelta sull’ultima opzione, per cui una volta giunti a Mori abbiamo preso la bellissima ciclabile che porta su al Passo San Giovanni e poi in picchiate verso Torbole, da cui parte una passerella sul lago che la collega a Riva del Garda.
Il nostro traghetto parte alle 15 in punto e impiega ben quattro ore e mezza a raggiungere Desenzano, abbiamo un’oretta e mezzo di tempo da spendere tra gelati e bevande fresche prima di salire sul battello per poi passare il tempo sfidandoci a tutte le varianti del poker!
Prima di scendere e raggiungere la stazione ci accorgiamo di aver bucato il carrellino, pensiamo sia la conseguenza della foratura di ieri e invece a quanto pare qualche buontempone ha pensato bene di sgonfiarci la gomma, o meglio questa è la nostra ipotesi, visto che anche il tappino della valvola è magicamente scomparso.
Per cui la salita verso la stazione di Desenzano ce la facciamo a tutta per non rischiare di perdere la coincidenza col regionale per Treviglio. Senza troppi problemi riusciamo nella, lo ammetto, più facile delle imprese e alle 20.07 il treno arriva puntuale e alle 21.01 siamo puntuali fuori dalla stazione di Treviglio, a pochi chilometri da casa.
Il father in bicicletta e Paolo, il padre di Andre ci scortano lungo la statale che porta a Cassano d’Adda, da qui imbocchiamo la ciclabile del Naviglio e in pochi minuti siamo al punto di partenza di questo fantastico viaggio, sempre con quella classica sensazione di gioia e tristezza allo stesso tempo!