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Tour Dles Dolomites 2016

Tour Dles Dolomites 2016

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Quest’anno niente aereo, niente viaggio ai confini d’Europa, solo qualche treno e un itinerario tutto italiano! A inizio anno abbiamo comprato casa e il budget per le vacanze era ovviamente ridotto, così dopo mille ripensamenti su quali strade percorrere eccoci partire per affrontare quelle montagne che tutti ci invidiano. Si parte per le Dolomiti!

DAY 01 / BRESSANONE – SAN LORENZO DI SEBATO

Il nostro viaggio inizia a Bressanone in un caldo pomeriggio di fine Luglio, ci attende una prima tappa breve, ma sappiamo tutti che le prime tappe di ogni cicloviaggio sono sempre sofferte. La bicicletta carica è tutta un’altra cosa, bisogna un attimo prenderci la mano, capire le gambe come rispondono, insomma, durante la prima tappa si va piano, non ce ne sono di storie!

Evitiamo le strade trafficate percorrendo le numerose piste ciclabili a disposizione per poi buttarci sulla famosa ciclopista della Val Pusteria.

Tra un gelato e una radler rinfrescante arriviamo finalmente a San Lorenzo di Sebato nel tardo pomeriggio. In campeggio piantiamo la tenda praticamente ai bordi della piscina, un tuffo e una cena in paese e poi tutti a letto!

DAY 02 / SAN LORENZO DI SEBATO – DOBBIACO

La mattina ripartiamo con il cielo che non promette nulla di buono. Tempo di pensarlo ed ecco arrivare la pioggia. Fine, leggera, quella pioggia bastarda che non sembra, ma ti bagna per bene!

Ci fermiamo a mangiare ad una festa in piazza a Dobbiaco, fa un freddo cane e la pasta e fagioli sembra essere un buon rimedio per scaldarsi un po’. La pioggia non accenna a smettere, così al posto di raggiungere Misurina decidiamo di fermarci al campeggio sulle sponde del Lago di Dobbiaco.

Sfruttando una breve tregua del meteo ci facciamo una camminata intorno al lago, tentiamo di battere il capriolo nel salto in lungo, ci acculturiamo leggendo le tecniche per prevenire l’insabbiamento delle acque e poi torniamo al punto di partenza!

DAY 03 / DOBBIACO – CORTINA D’AMPEZZO

La terza tappa purtroppo è ancora all’insegna della pioggia, del freddo e delle nuvole basse. Fino a Misurina pedaliamo alternando la ciclabile alla strada principale senza però poter ammirare il panorama. Anche una volta arrivati sulle sponde del lago capiamo che non vale proprio la pena fermarsi più di tanto. Infatti, a parte il lago si riesce a vedere poco altro, oggi è proprio una giornataccia!

Optiamo quindi per affrontare le dolci pendenze del Passo Tre Croci e scendere in picchiata verso Cortina. Finita la discesa il sole riesce finalmente a sbucare dalle nubi, la perturbazione di questi giorni sembra essere definitivamente alle spalle. Ne approfittiamo per fare un giro in paese, saliamo con il pullman, ci fermiamo a mangiare qualcosa e poi decidiamo di tornare a piedi lungo una spettacolare strada sterrata.

Maddi mi guarda e dice: “Si va bene ho capito, dopodomani passiamo di qui!”. Riesce a leggermi nel pensiero, è ufficiale!

DAY 04 / TRE CIME DI LAVAREDO

In quel di Cortina stiamo due notti, infatti oggi dedichiamo l’intera giornata alle Tre Cime di Lavaredo! Le bici restano in campeggio, un primo pullman fino al centro di Cortina, un secondo per Misurina e infine un terzo fino al Rifugio Auronzo da dove finalmente partiamo a camminare.

La strada fino al Rifugio Lavaredo è davvero semplice, da qui si può optare per il percorso “easy” o per quello un po’ più “wild” sul fianco della montagna. Entrambi offrono dei panorami spettacolari sulle Tre Cime e pur avendole già viste quattro anni fa, devo ammettere che ti lasciano sempre a bocca aperta.

Il sentiero “wild” è sicuramente più affascinante rispetto all’autostrada sottostante per cui decidiamo senza troppe esitazioni di prendere quello. Alcuni passaggi tecnici richiedono un po’ di attenzione, ma l’arrivo al Rifugio Locatelli non è affatto complicato. Le Tre Cime da qui sono uno spettacolo, le nuvole se ne vanno e finalmente la giornata migliora ulteriormente mentre ci incamminiamo sulla via del ritorno.

Stavolta prendiamo il sentiero “easy” in modo da non rifare la stessa strada dell’andata.
Tornati al primo rifugio non ci resta che attendere il pullman per tornare a Cortina, fare la spesa e cucinare qualcosa in fianco alla tenda.

DAY 05 / CORTINA D’AMPEZZO – ALLEGHE

Oggi si riprende la bici per una tappa strepitosa, da Cortina si comincia a salire verso i 2236 metri del Passo Giau! Non sarà il versante classico del Giro d’Italia, ma non importa più di tanto. Sono dell’idea che il Giau da questo lato sia paesaggisticamente più bello e quest’oggi ne ho avuto la conferma, poi sono gusti ovviamente.

Si tratta della prima vera salita del viaggio e non possiamo sapere come andrà, però nella prima parte fino a Pocol andiamo su tranquilli e Maddi sembra in formissima.

Facciamo una seconda colazione con una bella Coppa del Nonno e poi ecco arrivare la salita vera e propria, una breve contropendenza e poi si comincia a fare sul serio. La giornata è perfetta, sole, qualche nuvola, caldo quanto basta. Maddi è concentrata e sotto la supervisione severa del Nuvolau affrontiamo gli ultimi chilometri prima di arrivare in cima e ammirare il panorama che si apre sull’altro versante, uno spettacolo!

Dopo la classica foto scambiamo due parole con un partecipante alla Transcontinental Race, il Giau è uno dei checkpoint della corsa e in discesa incrociamo diversi pazzi in assetto minimal bikepacking che stanno affrontando questa corsa per l’Europa.

Penso che siano davvero fuori di testa, però li ammiro davvero tanto e non nego che non mi dispiacerebbe provarci, anche se non è esattamente la mia filosofia di bici.

Noi non dobbiamo attraversare il continente, ci basta la discesa e qualche chilometro di falsopiano in discesa per arrivare ad Alleghe, la nostra meta di giornata. Il campeggio è appena dopo il lago, la zona per le tende è immersa nel bosco e svaccarsi all’ombra nella pineta dopo aver fatto la doccia non ha prezzo!

DAY 06 / ALLEGHE – BELLAMONTE

Da Alleghe il nostro itinerario prosegue verso Falcade e il Passo Valles. Una salita forse meno rinomata, quasi snobbata ci viene da dire, probabilmente perchè circondata da veri e propri mostri del ciclismo!

Questo è l’errore che abbiamo fatto anche noi, l’abbiamo sottovalutata, non ci siamo fatti impaurire come abbiamo fatto ieri con il Giau, abbiamo pensato che fosse una passeggiata. Sbagliato! Tutti questi anni in bici e ancora commettiamo questo errore? Ebbene si.

Per arrivare a Falcade optiamo per la sterrata lontano dalla statale e che evita le gallerie. Poco meno di una decina di chilometri con pendenze modeste, completamente immersi nel bosco e senza alcun mezzo motorizzato. Andiamo avanti così fino a Falcade, uno spuntino veloce e poi la strada comincia a salire più cattiva. Fortunamente il traffico diminuisce, la maggior parte delle auto svolta a destra per il San Pellegrino, mentre noi ci buttiamo a sinistra. Ecco, proprio qui comincia la nostra sofferenza!

All’improvviso mi fermo e sento il bisogno di mangiare, sembra una mezza crisi di fame. Fuori i panini, un po’ di riposo e possiamo continuare, peccato però che le pendenze siano in doppia cifra quasi fino in cima. Come se non bastasse ci si mette pure il caldo! Maddi è visibilmente in crisi, ma anche io non scherzo, su pendenze del genere con le borse si fa davvero una fatica infernale.

Con calma (molta) e con qualche pausa (tante), riusciamo ad arrivare in cima! Siamo letterlamente cotti, ci vuole proprio una radler e una coppa gelato per reintegrare le energie.

La discesa verso Bellamonte è fantastica, alle spalle fanno capolino le Pale di San Martino, a sinistra compare il Lago di Paneveggio e quasi senza pedalare arriviamo al campeggio. Doccia rinfrescante, aperitivo con le Pringles e una pizza al ristorante del campeggio, sappiamo già che domani sarà una giornataccia per cui godiamoci questa serata!

DAY 07 / BELLAMONTE – CAMPITELLO DI FASSA

C’è il Sellaronda Bike Day e poi c’è il Val di Fassa Rain Day! Oggi è stata una tappa all’insegna dell’acqua, dall’inizio alla fine, dalla prima all’ultima pedalata. Smontiamo la tenda che piove ancora poco, pensiamo che forse se dovesse rimanere così non sarebbe poi così male. Tempo zero e mentre stiamo facendo colazione ecco il diluvio universale, secchiate d’acqua a tutto spiano, inutile aspettare.

Ci vestiamo da palombari e partiamo, discesa in modalità acquaplaning fino a Predazzo per poi alternare tratti di ciclabile a tratti sulla statale fino a Moena. Il freddo penetra sotto i vestiti e abbiamo bisogno di un cappuccino per scaldarci, mentre fuori la situazione sembra migliorare quel tanto che basta.

Ripartiamo sempre sotto la pioggia, nel frattempo abbiamo deciso per stanotte di dormire in una stanza, un piccolo hotel di Campitello diventa quindi la nostra destinazione.

C’è ben poco da ricordare di questi chilometri, testa bassa e pedalare! Smette di piovere proprio appena prima del paese, ma è soltanto una finta. Il tempo di fare la doccia e uscire per addentare qualcosa ed ecco che ricomincia. Maddi si fa una dormita, io cazzeggio tutto il pomeriggio, oggi va così!

DAY 08 / CAMPITELLO DI FASSA – PORDOI – CANAZEI

Penso di non sbagliare, quella di oggi è la tappa più breve della storia: ben 3,5 km da Campitello di Fassa a Canazei!
La bici è comunque protagonista della giornata, infatti, una volta montata la tenda, saliamo sulle nostre bici scariche per sfidare il Passo Pordoi.

Dopo aver pedalato una settimana con i bagagli, salire in sella senza pesi aggiuntivi è una sensazione particolare. Ti sembra di volare, ma forse non è che sembra, Maddi oggi vola proprio in salita! Sarà l’aria frizzantina, sarà che le gambe girano alla grande, sta di fatto che ci mettiamo meno di due ore per arrivare in cima.

L’anno scorso non avevamo fatto in tempo a salire al Sass, quest’anno è proprio lassù che vogliamo andare. Prendiamo la funivia e in un quattro minuti ci troviamo catapultati a 2950 metri. Da una parte il ghiacciaio della Marmolada, dall’altro roccia, roccia e ancora roccia.

Possiamo ammirare il gruppo del Sella in tutto il suo splendore: pareti verticali, forme irregolari, colori che vanno dal bianco al nero, la forcella Pordoi con la sua lingua di sassi, il Piz Boè immerso nelle nuvole, cazzo che posto!

La tentazione di raggiungere la vetta del Piz Boè è davvero tanta, ma ci vorrebbe troppo tempo. Ci limitiamo quindi a scendere alla forcella e risalire un tratto del sentiero per ammirare il panorama, ma non riusciamo a distogliere lo sguardo dal centro del gruppo del Sella, quella depressione, quel buco enorme è qualcosa di speciale! In queste situazioni ci si rende davvero conto di come siamo solo ospiti in questo mondo.

Per concludere la giornata in bellezza incontriamo Laura e Massimo per un piacevole aperitivo e ceniamo poi in campeggio tenendo un occhio fisso alla diretta scritta della prova olimpica su strada. Purtroppo non finisce come dovrebbe, bisogna bere per dimenticare la caduta di Nibali, stasera ci vuole proprio una grappa!

DAY 09 / CANAZEI – CORVARA

Ci svegliamo che il cielo è più azzurro che mai, aria fresca e sole, meteo ideale per pedalare e per godere degli splendidi panorami della zona. Oggi la tappa è breve, poco più di trenta chilometri per arrivare a Corvara. Tra l’inizio e la fine c’è però da scalare l’accoppiata Sella e Gardena, due dei quattro passi che vanno a formare il famoso Sellaronda.

Rispetto allo scorso anno li percorriamo in senso inverso e dobbiamo dire che il Sella da questo versante è davvero strepitoso. Un susseguirsi di tornanti, rampe dolci e poi più severe, il tutto al cospetto di questo massiccio così imponente e con la Marmolada in lontananza a dominare la scena!

Arrivati in cima ci beviamo qualcosa di fresco al rifugio, la discesa non è lunghissima e una volta giunti al bivio si svolta a destra per raggiungere il Passo Gardena puntando verso la Val Badia. Un lungo falsopiano dominato dal Sassolungo per scaldarsi un po’ e poi gli ultimi chilometri che richiedono qualche energia in più!

La salita viene però spezzata da un piccolo inconveniente meccanico alle pastiglie del freno a disco di Maddi. Fuori tutti gli attrezzi, svita, avvita, togli, metti, sostituisci, monta e rimonta e via che si riparte senza più fastidi.

In cima pranziamo con qualche ora di ritardo, discesa fenomenale su asfalto nuovissimo, coppa gelato maxi e poi campeggio. Visto l’orario abbiamo tutto il tempo per riposare prima di andare in paese a piedi, stasera siamo ospiti a cena a casa dalla boss di Maddi! Il menu prevede aperitivo, costine, stinco, crauti e vino a volontà. Domani sarà veramente dura svegliarsi!

DAY 10 / CORVARA – CHIUSA

La tappa di oggi non era nei piani iniziali, era una di quelle opzioni di riserva, era l’alternativa dell’alternativa. Si dice che i piani sono fatti per non essere rispettati, no?

Una strada poco conosciuta e forse ciclisticamente neanche troppo rinomata rispetto agli altri passi delle Dolomiti. Il Passo delle Erbe si imbocca dopo circa venti chilometri di discesa nel paesino di Piccolino, appena prima di San Martino in Badia, e subito capiamo che si tratta di una strada fantastica.

Dopo l’esperienza del Valles non commettiamo lo stesso errore, il cosiddetto Wurzjoch lo prendiamo con la concentrazione giusta, anche perchè il grafico dell’altimetria è rosso in diversi punti, non si scherza! La salita è spezzata quasi tatticamente da una contropendenza prima di Anterselva, il posto perfetto per la pausa pranzo, rigorosamente all’ombra perchè anche oggi fa un caldo infernale.

Circondati prima da pascoli erbosi verdissimi e poi dagli abeti saliamo di quota velocemente, oggi si soffre davvero un sacco!
Gli ultimi chilometri non mollano mai, il Sass Putia domina la scena, Maddi è in crisi, ma è una roccia più grande del Sass che abbiamo di fronte e una volta in cima non c’è niente di meglio di una radler ghiacciata per festeggiare.

La discesa oggi è una vera e propria libidine, una bastardissima salitella interrompe la goduria solo per un momento, poi è ancora pacchia totale per più di venti chilometri fino al campeggio di Chiusa. Oggi è stata dura, stasera ci meritiamo di mangiare fuori e domani ciclabile verso Merano!

DAY 11 / CHIUSA – TERLANO – MERANO

Sveglia presto oggi, le previsioni dicono pioggia e l’idea iniziale era di prendere il treno subito in paese. Guardando il cielo però decidiamo al volo di proseguire almeno fino a Bolzano sulla ciclabile dell’Isarco, poi si vedrà strada facendo.

Sempre in leggera discesa saltelliamo da una parte all’altra del fiume, lasciare gli scenari dolomitici è dura! Inizialmente avremmo dovuto passare anche dall’Alpe di Siusi, ma la stanchezza e il meteo non bellissimo di oggi ci ha fatto cambiare programma. Sarà per un’altra volta, così come per tanti altri posti che abbiamo solo sfiorato.

Arrivati a Bolzano Maddi spinge per il treno, però il tempo sembra reggere e optiamo per proseguire. Tempo dieci minuti ed ecco la bufera, vento contrario, pioggia e cielo incazzato. Arrivati a Terlano saltiamo sul primo treno, oggi va così, ma siamo contenti lo stesso visto che la pioggia è andata avanti per tutto il giorno e onestamente il tratto di ciclabile non era nulla di speciale.

Gironzoliamo a piedi tra i portici, un negozio di abbigliamento sportivo, un caffè, un giro di qui e uno di là tanto per tirare l’ora di cena. Trovare il posto è abbastanza semplice, se si viene a Merano non si può non fare un salto alla Forstbrauhouse: birra, stinco, salsiccia, costine, canederli, crauti e senape!

DAY 12 / MERANO – SILANDRO

Nella notte le nuvole se ne sono andate, possiamo continuare il nostro avvicinamento allo Stelvio. Imbocchiamo la ciclabile della Val Venosta che presenta subito la soffertissima salita verso Naturno. Maddi oggi è in crisi nera, non di gambe, ma più che altro di testa! Qualche momento di crisi, due o tre sfasi tra di noi, situazioni che in viaggi di questo tipo è normale che prima o poi si presentino con la stanchezza che man mano si accumula.

Superato il momento rimontiamo in sella, mangiamo qualcosa al bike grill e quando ripartiamo il vento è girato di 180° precisi precisi. Lo stronzo adesso ci soffia contro! Tra un meleto e l’altro valutiamo la situazione, proseguire fino a Prato, fare solo una decina di chilometri domani per completare lo Stelvio il giorno successivo oppure fermarsi a Silandro e allungare un po’ la tappa che comprende la prima parte dello Stelvio? La seconda che hai detto!

Ci sembra la soluzione più sagace, peccato che i campeggi di tutta la valle siano pieni, ci tocca dormire in un bed&breakfast, ma ci piace anche così!

DAY 13 / SILANDRO – TRAFOI

Colazione sostanziosa stamattina, nonostante la tappa sia breve, non vuol dire che sia semplice! Oggi l’arrivo è in salita, una prima parte in valle sulla splendida ciclabile, pit-stop a Prato allo Stelvio e poi su per i primi dieci chilometri di quella che è la salita regina delle Alpi.

Di tutta la salita oggi percorriamo senza dubbio la parte meno nobile, quella senza tornanti, quella dove la strada è ancora larga e meno dura. Però è anche quella che nell’ultima parte offre degli splendidi panorami sull’anfiteatro dell’Ortles e di tutte le cime del gruppo.

Proprio di fronte a questo capolavoro della natura c’è il campeggio di Trafoi. Gestore antipatico a parte, è un ottimo campeggio, uno di quelli di montagna vero e proprio, non il solito villaggio di roulotte fisse a cui siamo stati abituati le notti precedenti.

Dedichiamo il pomeriggio al relax assoluto passeggiando verso il paesino, un gelato per merenda e un hugo per aperitivo, cena con zuppa e wurstel e poi in tenda. Siamo accampati oltre i 1500 metri e la temperatura è scesa molto velocemente, tutti nel sacco a pelo che domani ci aspetta lo Stelvio!

DAY 14 / TRAFOI – SAN CARLO

La sveglia non è per niente delle migliori. Il cielo è coperto e il telo esterno della tenda è invaso da mille lumachine sbavanti, non cominciamo di certo con il piede giusto! Sistemata in qualche modo la situazione spazzando via i molluschi invasori possiamo mangiare qualcosa e partire per l’ultima salita di questo viaggio.

Due tornanti li abbiamo fatti ieri, ne restano quindi quarantasei, ebbene si, quarantesei tornanti in circa 14 km! La pendenza è più o meno sempre costante, si respira (più o meno) sui tornanti e ci si impenna nei drittoni tra una curva e l’altra.

Le borse rallentano ulteriormente la nostra scalata, ma non ci facciamo prendere dallo sconforto così in fretta. Maddi ha ancora qualche defaillance, la stanchezza al quindicesimo giorno si fa sentire, ma mi prometto di stare con lei per tutta la salita così può insultarmi quando vuole. Sono convinto e sotto sotto lo sa anche lei, lo Stelvio si può fare!

Un tornante alla volta, un metro alla volta, gli sguardi allucinati di chi ci vede salire con le borse, il Piccolo Tibet che lo vedi là in cima, quel muro di tornanti che ti appresti ad affrontare, il freddo che aumenta ad ogni metro guadagnato, la fatica che ormai non ci fai più caso e le gambe che esplodono. Questo è il nostro Stelvio e quando arrivi in cima la soddisfazione non ha davvero prezzo!

Dopo un piatto di pasta infinito ci copriamo per la lunghissima discesa verso Bormio, svolta a destra sulla strada per Livigno e dopo Isolaccia ci tocca ancora un po’ di salita. Siamo ospiti per due notti a casa di mio zio e per raggiungere il paesino di San Carlo ci tocca salire ancora qualche chilometro sulla strada del Foscagno.

All’arrivo siamo distrutti, ma il comitato di accoglienza è di quelli che non si possono dimenticare! Ci sistemiamo nella camera con i letti a castello, attendiamo il ragazzo di mia cugina che sta salendo in macchina e poi giù a Bormio a mangiare sciatt e pizzoccheri. Il locale lo chiudiamo noi stasera e dopo lo Stelvio non si poteva chiedere di meglio!

DAY 15 / VALDIDENTRO

Oggi niente bici! La giornata è di totale riposo, il culo non deve toccare la sella per nessun motivo. In compenso però improvvisiamo una camminata prima di pranzo insieme a mia cugina e al suo ragazzo. Non sapendo cosa fare di preciso ci muoviamo seguendo le indicazioni di Openstreetmap dal cellulare! Doveva essere una camminata tranquilla, peccato però che il sentiero la pensava diversamente e un po’ nel bosco, un po’ per prati saliamo molto ripidamente verso la famosa Decauville.

Controlliamo l’ora e decidiamo di tornare per un altra strada che si perde per i prati, un incontro ravvicinato con delle capre e poi giù verso casa e il fantastico arrosto con le mele della nonna Silvana.

La giornata però non è finita, c’è un appuntamento fisso quando si viene qui e nel tardo pomeriggio scendiamo al fiume per il classico bagno sotto la cascata, una vera e propria figata che non potevamo farci mancare!

DAY 16 / SAN CARLO – TIRANO

Ultimo giorno di viaggio, ci tocca tornare a casa per davvero! Salutiamo tutti e partiamo presto così da cercare di arrivare a Tirano in tempo per il primo treno del pomeriggio. Presto ci accorgiamo che sarà una giornata tranquilla, non c’è vento e la strada è tutta in leggera discesa!

Avevo percorso questa strada poco più di un mese prima durante la mia due giorni su Gavia e Mortirolo, ma passare dai luoghi dell’alluvione fa sempre uno strano effetto, quei terrapieni e quel buco nella montagna fanno davvero impressione.

A Grosio ci fermiamo per un panino veloce, riprendiamo il Sentiero Valtellina e in poco più di due ore totali arriviamo alla stazione di Tirano giusto in tempo per il treno delle 13:10!

Anche quest’anno il nostro cicloviaggio è finito, un viaggio molto diverso rispetto agli ultimi due in Irlanda e Islanda.

Non siamo andati lontano da casa, ma nonostante questo abbiamo visto dei posti fantastici che troppo spesso sottovalutiamo solo per il fatto di averli vicino.

Forse a posteriori avremmo potuto fare qualche giro a piedi in più, ma il vantaggio di avere questi posti a portata di weekend è anche questo, ci possiamo tornare quando vogliamo e sono sicuro che prima o poi ci sarà un Back to Dles Dolomites!