Mesi e mesi di preparazione e anche un po’ di allenamento in bici prima di partire, un po’ di paura e tensione era nell’aria perchè comunque è soltanto il nostro secondo cicloviaggio, ma come Maddi potrà raccontarvi nel diario qui sotto, è andato tutto alla grandissima!
22.07 / INZAGO – KEFLAVIK
Partiamo! Alle 07:15, anzi 07:19, cartoni con le bici sul tetto e si parte.
Primo aereo Malpensa – Copenaghen alle 11:20, secondo aereo con destinazione Keflavik alle 19:45. Morale: stiamo in ballo 16 ore! Però quest’anno arriva tutto, bagagli e biciclette.
Ok, montiamo subito nel bellissimo stanzino del Motel Alex, pieno di cartoni degli altri cicloviaggiatori (Gio perde un bullone e sfasa per venti minuti!).
Bici montate, tutti a nanna! L’orologio segna le 01:30 (per noi sono le 03:30 considerando il fuso).
DOMANI SI PARTE!
23.07 / KEFLAVIK – GRINDAVIK
Tappa corta, solo 30 km da Keflavik a Grindavik, primo assaggio di paesaggio surreale: rocce di lava, muschi che sembrano un tappeto soffice e in realtà non lo sono e…cielo azzurro. Partiamo baciati dalla fortuna!
Deviazione per vedere, ma solo vedere, la Blue Lagoon, entrare ci costerebbe 50€ per cui optiamo per la molto più economica piscina comunale di Grindavik dove Gio dimostra che, anche in Islanda, lui va a fondo.
Si diverte un sacco a saltare dalla pozza 8-12°C a quella 35-38°C, io un po’ meno! Brrrr…
Nuova moda lanciata da Maddi: faccia di due colori, divisa a metà in orizzontale, iniziano le abbronzature improponibili.






24.07 / GRINDAVIK – SELFOSS
Da oggi la famiglia Pirotta può contare ben due ingegneri del buco del culo! Bravo Luca…
Tappa lunghissima oggi, ben 86 km da Grindavik a Selfoss. Splendida la prima metà circondati dai campi di lava e da riserve naturali abitate da mille uccelli suonatori: “uno suona la chitarra, uno il flauto…” [cit].
Pausa pranzo a Strandarkjrkja presso una roulotte che vende hot-dog con cipolla abbrustolita, mayo e wurstel. Sono buonissimi e ce ne sbafiamo due a testa! In compenso il caffè fa schifo e la vecchia coi baffi ci incula 1000 ISK, circa 18€, SBAM!
Maddi si lamenta, solo un po’, per tutta la seconda metà della tappa (che è meno figa) e per la compagnia di francesi rumorosissimi che condivide con noi la stanza comune del campeggio.
Nota: abbiamo fatto scorte di cibo per il deserto, dove metteremo tutta la spesa?
25.07 / SELFOSS – GEYSIR
Litighiamo tutta mattina perché Maddi caragna di brutto! Tappa quasi interamente sulla strada 35, oggi particolarmente trafficata.
Attrazioni turistiche: 1) la caldera di Kerid; 2) l’hot-dog di Reykholt; 3) una cascatella insulsa (per modo di dire).
Per non farci mancare niente, piove tutto il pomeriggio e la temperatura passa da 16°C a 6°C in pochi minuti. I vestiti fradici dormiranno con noi nella tenda stasera!
Finalmente Giovanni mi porta a vedere i veri geyser, che per chi non lo sapesse prendono il nome da Geysir, non il contrario…
La cena di oggi è TOP: due hamburger a testa, uno nella pasta al pomodoro e uno spappolato da veri Bud Spencer e Terence Hill.
Stanotte piangerò tutto il tempo pensando allo sterrato che inizia domani…
PS: puzziamo!
26.07 / GEYSIR – ARBUDIR HUT
Tappa di 54 km (di cui 30 su sterrato) dal campeggio di Geysir all’Arbudir Hut, altrimenti detto bucodelculodellislanda!
Inizio di giornata movimentato, già sono nervosa, in più devo pagare e fare la fila per la doccia, non ci siamo proprio. Si, sono nervosa, giusto un po’ oggi!
Oggi l’attrazione turistica che incontriamo merita di brutto, oggi andiamo a Gullfoss, dove Gio non mi ha buttata giù anche se ne avrebbe avuto motivo! Tra soli 15 km comincia lo sterrato, sono in crisi, nera! [cit]
Mangiamo tramezzini indigeribili sotto il cartello “GRAVEL ROAD AHEAD” e ad aumentare la mia disperazione ci si mette pure un cicloviaggiatore che arriva nell’altra direzione e ci dice che la strada è brutta e che verrà a piovere, olè!
Okay, ormai non ho scampo.



















Il primo tratto è pedalabile, poi però ci sono le “salitelle” (al 15%), poi iniziano le “calaminchias” [cit], per cui male al culo livello pro!
Lo spettacolo è totale, il deserto, una distesa infinita di nulla, montagne innevate e ghiacciaio sullo sfondo, paesaggio lunare, poi distese di vegetazione bassissima, poi alcune capre, poi di nuovo sembra di essere sulla luna, poco vento, poco freddo finchè si pedala e un po’ di pioggia qua e là!
Gio è finalmente soddisfatto delle foto, si esalta un casino!
Campeggiamo fuori da questo rifugio sperando di aver piantato la tenda sul lato protetto dal vento. Domani si procede verso nord, tutti fanno delle facce brutte quando lo diciamo, FORSE, ma solo FORSE, saremo controvento?
PS: abbiamo la faccia cotta dal sole e dal vento, siamo due peperoni, che siano quelli indigeribili del tramezzino?
27.07 / ARBUDIR HUT – HVERAVELLIR
Tappa di 48 km fino a Hveravellir, altro posto nel bucodelculoetcetera!
Oggi è la giornata della disperazione! Tappa completamente-tutta-interamente nel Kjolur, tutta a cunette e con uno sterrato davvero sconnesso. Procediamo lentissimi, ancora più del solito e tutto va bene, finchè…pioggia gelida nel tratto più duro della salita!
PORCA TROIA è l’urlo che si alza potente nel bel mezzo del nulla! Rocce, rocce, rocce, e cielo nero, bello, splendido, posto magnifico, ma si congela, cazzo!
Ho le mani ghiacciate, Giovanni fa sempre un sacco di foto e video pure sotto l’acqua, bah, non è mica a posto!
Smette di piovere e procediamo, sempre molto lenatamente, lasciandoci alle spalle i ghiacciai Langjokull e Hofsjokull, che spettacolo. Gli ultimi 10 km ce li scanniamo, perché un’altra nube ci sta raggiungendo e Maddi si caga sotto, ha scoperto che si può avere la fobia specifica della pioggia islandese.
Vabeh, scanniamo per modo di dire, la media è sempre poco sopra i 10 km/h!
Arriviamo al campeggio di Hveravellir, paghiamo, ci giriamo per andare a montare e…DILUVIO!
Piango, disperazione, ci vuole una cioccolata Swiss Miss e poi tutto prende un’altra piega, il cielo torna azzurro e ci facciamo un bel bagno nella pozza calda, un po’ affollata, ma che figata!
Usciamo dalla pozza e ci facciamo una passeggiata tra questi mini-geyser fumanti e un po’ puzzolenti, il cielo ora è limpido (sopra di noi), l’erba di un verde brillantissimo e i vapori che si diffondono nell’aria creano un effetto magico con l’arcobaleno che si viene a formare in lontananza dove il cielo è nero, STRE-PI-TO-SO!
Pasta e fagioli stasera, un’altra Swiss Miss e poi a nanna. Ah, non l’ho ancora scritto, ma questa Islanda è proprio un posto strano
28.07 / HVERAVELLIR – AFANGI HUT
Lo sterrato oggi è molto migliorato e il paesaggio cambia nettamente per questa mini-tappa. Gio scrive su Facebook che abbiamo spezzato la tappa rispetto a come avevamo previsto per non uscire dal deserto, ma in realtà è una bugia…ci fa male tutto: spalle, collo, culo, ci serve un po’ di riposo e questa stanzina nel mezzo di sterminati prati verdi pieni di pecore cagasotto che scappano al primo “Beeeee” (mica come quelle irlandesi dell’anno scorso) calza a pennello.
La signora che gestisce il rifugio, la mitica Asta, è completamente matta, ma fa una torta al chocolate fudge che è la fine del mondo, la giusta ricompensa dopo il pisolino pomeridiano.
Cena tranquilla e serata in compagnia degli altri ospiti del rifugio con la chitarra, cantando (si fa per dire) canzoni folk islandesi e bevendo un caffè caldo e godendosi il tramonto!



29.07 / AFANGI HUT – VARMAHLID
Per tutta la mattinata fa quasi caldo e siamo su uno sterrato bellissimo. Intorno a noi non ci sono più le magnifiche montagne innevate e i ghiacciai dei giorni scorsi, oggi ci fanno compagnia prati, pecore e lo splendido lago artificale di Blondulon!
Nonostante il sole, Maddi ha l’ansia che ci raggiunga la pioggia, sempre la fobia specifica di…insomma quella roba lì, ci siamo capiti.
La tappa sarebbe dovuta terminare appena usciti dalla F35, nell’isolatissimo campeggio di Hunaver, ma ci rifiutiamo, non c’è proprio niente, solo un trattore e un prato, per cui decidiamo di spararci 6 km di salita controventissimo! Maddi incredibilmente non si lamenta un secondo, infatti sta per piovere, sarà un caso?
Una salita davvero tosta, tanta fatica, tanto vento e tanto freddo, pure Gio oggi lo avverte, e se lo avverte lui.
Nuvole basse e vento ci accompagnano fino a destinazione, un clima della madonna qui in Islanda, vero?
Ci spariamo un hot-dog in 32 secondi e 23 centesimi (nuovo record stagionale) appena arrivati a Varmahlid, mentre per cena lo chef propone: polpette di pesce con carote, patate e burro con aggiunta di fagioli Heinz in scatola.
PS: Gio mi delizierà con le sue puzzette tutta notte? Meglio non sapere.
30.07 / VARMAHLID – ENGIMYRI GUESTHOUSE
Oggi abbiamo pedalato, tutto il tempo, tutto, contro vento! Salita dolce, anzi dolcissima, per 20 km verso il passo Oxnadalsheidi.
Non so come cavolo faccia Gio a ricordarsi a memoria tutti questi nomi per poi dimenticarsi cosa ha mangiato il giorno prima, ma vabeh, scema io che me lo sto chiedendo…
Problema: male alle chiappe, oggi in maniera devastante, il bellissimo sterrato dei giorni scorsi ha lasciato il segno.
Sembrava di essere nella valle del Braulio sullo Stelvio oggi, solo che siamo a solo 500 metri di altitudine e non c’erano marmotte, troppo strano questo posto!
Arrivati alla guesthouse ci accoglie Olaf il vichingo con in braccio un mini-chiuaua (Gio apprezza molto la scena surreale!).
Bagno nella hot-pot, cena da pasha, mille dolci e cioccolata, oggi va così, buona notte!




31.07 / ENGIMYRI GUESTHOUSE – AKUREYRI

Tappa cortissima e non esaltante, tanto che alle 13:00 eravamo già accampati nel camping di Akureyri.
Non capiamo bene cosa ci sia in ballo in questa cittadina di 17.000 abitanti (una metropoli per gli standard islandesi), ma ci danno dei braccialetti come pass per rientrare in campeggio stasera, c’è un festival, non capiamo benissimo…
Pranzo da veri ciccioni islandesi: hamburger con dentro tutto e pure l’uovo fritto sopra!
Due passi in centro tanto per smaltire e poi assistiamo alla singolare gara che consiste nel correre il più veloce possibile sulla scalinata che porta alla chiesa, dev’essere una manifestazione sponsorizzata dai dentisti.
Okay, noi ci limitiamo a guardare e a mangiare di nuovo un mega-biscottone con cappuccino alla libreria, che Gio continua a chiamare biblioteca, non insisto e faccio finta che sia una biblioteca, tanto è inutile.
Seconda metà del pomeriggio in piscina, c’è il delirio, però Giovanni sta perfezionando lo stile a rana (quando torniamo lo iscrivo a un corso, ahah).
Per cena uno schifosissimo pappone in scatola, tra l’altro oggi al Bonus (il supermarket) abbiamo scoperto che la cena di ieri veniva direttamente dal banco dei surgelati, bella inculata!
Il bellissimo festival per cui la gente impazzisce è un po’ deludente, ma d’altra parte l’appuntamento clou del giorno era la corsa sulle scale!
01.08 / AKUREYRI – GODAFOSS
Maddi è stanca, potremmo riassumere la mattinata così: “non ho più voglia”, “non la voglio fare la salita”, “mi fa male il culo”, “voglio prendere il pullman”, o no?
Alla fermata incontriamo un cicloviaggiatore islandese un po’ strambo con famiglia al seguito, ci consiglia, invece di prendere il pullman, di prendere la vecchia strada N°1 per uscire dal fiordo, a detta sua è meno ripida e più corta! Mi puzza di inculata anche questa, ma per qualche strano motivo mi faccio spesso convincere dai disagiati, d’altra parte sto con Gio!
Partiamo, la strada effettivamente è bellissima, lo sterrato non è impegnativo e il paesaggio è mozzafiato, ebbravo cicloviaggiatore islandese strambo con famiglia al seguito. Ci siamo solo noi e le pecore, non c’è nemmeno il vento su questo versante, spettacolo!
In discesa però si congela e gli ultimi chilometri, tanto per cambiare, ce li facciamo controvento, ormai ci sono quasi abituata.
La cascata di Godafoss è stupenda, stiamo “solo” due ore a fare foto e video, e ho detto tutto…
L’unica cosa è che fa giusto un po’ rumore, sicuramente stasera dovrò uscire dalla tenda per fare pipì!
La doccia è ghiacciata e praticamente all’aperto, però per cena pizza pepperoni, per oggi il fornello resta nella borsa.









02.08 / GODAFOSS – REYKJAHLID
Anche oggi volevo prendere il pullman, ma anche oggi non l’abbiamo fatto e anche oggi sono contenta di non averlo preso!
Tappa tutta su e giù, oggi il termometro ha toccato i 20°C (incredibile!) e abbiamo avuto addirittura il vento a favore, roba da non credere…
Arriviamo nel primo pomeriggio sulle sponde del lago Myvatn con tutte le sue isolette, un posto suggestivo, strano, come tutta l’Islanda!
Pasta e gelato per pranzo prima di ripartire costeggiando il lago, dall’altro lato siamo nuovamente circondati dai campi di lava e più lontano dalle montagne, la luce a quest’ora rende tutto più bello!
Nonostante ciò, l’ennesimo sito turistico di Dummoborgir non ci piace, o quanto meno non ci dice molto, meglio evitare a volte questi posti gettonati dalle comitive con i pullman.
Arrivati al campeggio montiamo la tenda a pochi metri dal lago, milioni di moscerini e anatre di varie specie abitano questo campeggio pieno di cicloviaggiatori e hikers, l’atmosfera è fantastica e ci godiamo il tramonto seduti in tenda, non potremmo chiedere di meglio!
03.08 / REYKJAHLID – DETTIFOSS
Bellissima tappa di 54 km, peccato che sono stati tutti con vento contrario! Aaarrghhh…
Partiamo in leggera salita, molto presto perché sappiamo non sarà una passeggiata, ma ci accorgiamo di non aver riempito le borracce. Ci accorgiamo dopo un solo chilometro, ma invece che tornare indietro decidiamo di farne altri tre per raggiungere la piscina termale. Il posto è una vera figata, beviamo una cioccolata, un attimo di sconforto visto che Maddi vuole fermarsi qui, e dopo un’ora siamo di nuovo in sella, questa volta con le borracce piene!
Facciamo la “salita delle salite” e ci fermiamo, di nuovo, a Hverir ad ammirare le fumarole e le pozze di fango ribollente, cose tipiche di questo posto strano.
Okay, ora partiamo per davvero, ci spariamo 26 km contro vento tra distese di nulla e montagne innevate in lontananza, una pausa pranzo “on the road” e poi altri 26 km con vento laterale, paesaggio più vario e con la strada che segue il corso del fiume Jokulsa a Fjollum, che per ora sembra un fiume come un altro.
Arriviamo a Dettifoss, stravolti, la tappa sarebbe dovuta proseguire per altri 20 km di strada sterrata, ma la sola idea mi fa venire da piangere. Cerchiamo quindi il “campeggio” che dovrebbe esserci qui alle cascate. Seguiamo le indicazioni e arriviamo in un prato, questo è il “campeggio”.
Ci accertiamo che ci sia acqua potabile per domani, approfittiamo dell’offerta di una cioccolata calda da parte di padre e figlio cicloviaggiatori tedeschi e cazzuti come pochi e poi montiamo la nostra tenda nel campeggio a cinque stelle di Dettifoss, che spettacolo!
Adesso è il momento di andare alle cascate, prima Selfoss, poi l’imponente Dettifoss! La prima è molto ampia, ci si può andare molto vicino saltellando da una roccia all’altra, ma attenti a non strapparvi una chiappa come me nell’impresa!
Dettifoss, invece, è un gigante potentissimo, un rumore pazzesco e una quantità di acqua esagerata, mai visto niente di simile.
Stasera zuppa e wurstel conditi con sabbia, siamo in un posto splendido, lontano da tutto e da tutti, noi e la natura, un vero e proprio paradiso!










04.08 / DETTIFOSS – REYKJAHLID
La nostra destinazione odierna sarebbe dovuta essere Asbyrgi, ma c’è un po’ di vento, un po’ di pioggia ghiacciata, nuvole bassissime, visibilità ridotta a non più di di dieci metri e lo sterrato dello Jokulsargliufur non è messo benissimo!
Valutando che con questo meteo avremmo incontrato non più di cinque macchina in tutto il giorno e che ci vorrebbero come minimo otto ore di pedalata, giriamo senza pensarci le biciclette e ripercorriamo al contrario la tappa di ieri, stavolta però con vento a favore e una condizione meteo decisamente diversa: non si vede un cazzo!
Il vento soffia fortissimo (scopriremo poi che le raffiche sono arrivate anche a 70 km/h) e quando proviene lateralmente è davvero fastidioso, anche perché la pioggia ghiacciata che ti colpisce dritto in faccia non è proprio il massimo della vita!
Dopo aver spinto sulla “salita delle salite” del passo Namarskard ci siamo diretti verso la piscina termale, oggi due ore di relax a mollo nell’acqua calda mentre fuori piove tira un vento della madonna sono un piacere che oggi non vogliamo privarci.
La guesthouse prenotata è in overbooking, sfasata di Maddi e poi di corsa contro il tempo per trovare una camera in uno dei costosissimi alberghi (ce ne sono ben due) al modico prezzo di 33.900 ISK, ovvero poco meno di 230€, pazzesco!
Con questo tempo le camere vanno a ruba a quanto pare e per cena ci spariamo una “soup of the day”, un “leg of lamb” e una “skyr cake”.
Oggi abbiamo spesso 100 volte quello che avevamo speso ieri…e non è un modo di dire!
05.08 / HUSAVIK
Quello che ieri non sapevamo era che stavamo pedalando l’ultima tappa del nostro cicloviaggio islandese.
Il vento e la pioggia questa mattina facevano più paura di quello che avevamo previsto, così, con enorme senso di colpa per Maddi e un ancora più enorme amaro in bocca per Gio, decidiamo di raggiungere Husavik, nostra destinazione finale, con un autobus.
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Presa questa decisione, passiamo la giornata “in attesa”, con dei gran musi lunghi. Prima aspettiamo il bus, poi aspettiamo che passi un po’ di tempo prima di uscire dalla tenda, poi aspettiamo l’ora per andare a mangiare, insomma, la giornata è lunga e noiosa se piove e fa freddo e per di più non pedali!

06.08 / HUSAVIK
Ultimo giorno, domani cominciamo il nostro viaggio di ritorno e c’è già un po’ di nostalgia e tristezza nell’aria!
Oggi giornata “culturale”, prima visitiamo il museo delle balene, super interessante, sapevi che un cucciolo di balena beve 400 litri di latte al giorno?! Subito dopo ci imbarchiamo per il whale watching, si, una cosa molto turistica, pure troppo forse, ma questa volta ne è valsa davvero la pena!
Ci imbacucchiamo con più strati come se stessimo partendo per il polo nord, ci facciamo 80 minuti abbondandi di navigazione con Maddi che ogni tanto ha il mal di mare, però facciamo il pieno di balene e puffin, fantastico!
Sulla via del ritorno Gio si beve la cioccolata calda, Maddi, invece, rischia seriamente di morire assiderata.
Pomeriggio in piscina e cena con spiedino di pesce al ristorante Naustid per la seconda sera consecutiva. Dobbiamo ammetterlo, ci stiamo un po’ coccolando, ma un po’ ce lo meritiamo, no?


final thoughts
Siamo tornati al punto di partenza, quel motel a due passi dall’aeroporto di Keflavik!
Sembra ieri che siamo partiti, sembra che tutto sia volato in un attimo: lo sballaggio delle bici, le prime tappe tra i campi di lava verso Geysir, la magia dei quattro giorni nel Kjolur, l’Oxnadalsheidi, le pozze calde, gli sfasi di Maddi alla prima nuvola minacciosa e al vento contrario, la splendida Godafoss, il lago Myvatn, il campeggio semi-libero a due passi da Dettifoss e la pioggia ininterrotta degli ultimi giorni che sembra voler rovinare tutto, ma che invece non cancella per niente i fantastici momenti che abbiamo vissuto insieme!
Maddi é stata super, non era per niente facile e non ha mai mollato, ho proprio una super-morosa…
Dietro la nostra maglietta del viaggio c’è il Draumstafir, un simbolo magico islandese che aiuta a permettere di sognare ciò che si desidera, beh direi che l’Islanda l’abbiamo desiderata, l’abbiamo sognata per mesi prima di partire e poi l’abbiamo vissuta alla grande dall’inizio alla fine, e posso scommetterci che non sarà finita qui!