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Coppa Asteria 2016

Coppa Asteria 2016

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Secondo appuntamento de Il Trittico, dopo il Martesana Van Vlaanderen di Inzago e prima della Muretti Madness di Firenze, oggi si va a Bergamo per la Coppa Asteria, una giornata che difficilmente i partecipanti, ma soprattutto le gambe dei partecipanti, dimenticheranno!

I mitici ragazzi de La Popolare Ciclistica hanno messo giù un percorso da pazzi, devono avere dei problemi davvero seri anche solo per pensare una cosa del genere. Però cosa vuoi farci, con la gente che ha dei problemi di questo tipo io ci vado a braccetto, questo penso sia ormai assodato.

Era fine Aprile quando il team de Il Trittico, composto da Michele e Arjan dei Cicloidi, Giuseppe e Daniele de La Popolare, il mitico Vittorio e l’instancabile Federico, si era cimentato in un giro di test del percorso, già allora si era intuito quanto potesse essere bello un percorso di questo tipo. Non avevamo completato il giro, ma non vedevamo l’ora di farlo il giorno dell’evento!

Sempre in contatto con Daniele via chat riceviamo gli update sul numero di iscritti e sui preparativi, come al Martesana Van Vlaanderen l’iscrizione é gratuita, tanto pagherete profumatamente sulla strada con il vostro sudore!

Arriva finalmente il 21 Maggio, sveglia presto e via in auto verso il palazzetto dello sport di Alzano, luogo di partenza e arrivo di questa pazzia. I ragazzi de La Popolare sono super organizzati: tavolone, adesivi, cartellino #eatpastaridefasta, foglio firma, birra personalizzata, ma soprattutto il sampietrino blu, tanta, ma davvero tantissima roba!

Mentre aspetto di ritirare il pacco gara vedo avvicinarsi al tavolo una faccia conosciuta, mi pare talmente assurdo che sia lui, ma é davvero Ben Lieberson. Sembrerà stupido, ma quando anni fa i video di Rapha furono una delle principali inspirazioni per i miei video e i miei giri in bici sulle cosiddette road less travelled lui era sempre uno dei protagonisti.

Ci eravamo casualmente incontrati in cima al Monginevro al Tour de France del 2011 e poche settimane dopo sul Col de la Bonette durante il mio viaggio sulla Route des Grandes Alpes, trovarmelo qui alla Coppa Asteria é stata una piacevolissima sorpresa. Mitico Ben, la prossima volta ti porterò a fare anche il Padernmuur!

Sono appena passate le 08:00 e si salta in sella, un breve tratto sul provinciale per avvicinarsi a Bergamo e poi si comincia, l’adesivo da attaccare al telaio classifica i muri e le salite con delle gocce, più gocce ci sono e più sudore si deve spendere per arrivare in cima!

Si comincia relativamente con calma con il pavé del Pignolo per poi proseguire poco più avanti sulle pietre di Via Sant’Alessandro, una delle salite più suggestive che si conclude sotto la porta di San Giacomo con la splendida vista sulla pianura illuminata dal sole!

Passaggio dalla funicolare e poi discesa, un brevissimo tratto trafficato e poi su per la Boccola, inedita e bellissima per me, con quello scorcio sullo skyline della Città Alta che vale da solo le due gocce di questo breve muro.

Un attimo di pausa, il gruppo comincia a sfilacciarsi, le prime salite le ho fatte a un ritmo che non era il mio e devo gestire meglio le mie forze, si cominciano a formare gruppetti, lungo il muro di San Martino della Pigrizia e qeullo di Sotto le Mura di Sant’Alessandro cominciano a sentirsi le prime madonne volare. Oggi va così, non per niente uno dei tanti slogan della Coppa Asteria é “Muri e Madonne”!

Tratto di relax sulla ciclabile, a seguire in rapida successione il Monte di Mozzo e il fantastico pavé di Via Astino, seconda discesa da Via Pascolo dei Tedeschi, ancora su per la stronzissima Via Fontana, nuovamente i tornanti di Pascolo dei Tedeschi per poi entrare in uno dei tratti più belli di tutto il percorso. La strada si stringe e si immerge nel bosco, siamo a ridosso della città e pare di essere in una foresta, la strada sale, uno, due tornanti, poi ancora salita e tre tornanti in meno di 100 metri, lo chiamano Piccolo Stelvio.

Incrociamo quelli che stanno già scendendo, ormai si é formato un gruppetto di una decina di persone, abbiamo lo stesso passo e ci diamo una mano a vicenda, soffrire in compagnia alla fine é anche più divertente!

Giunti a San Vigilio abbandoniamo la Città Alta per tornare sulla ciclabile nel bosco dove ad attenderci c’è il fantastico ristoro: panini, torte, grana, formaggi vari, ribollita e zuccherini imbevuti di grappa per dare la giusta spinta sulla prossima salita.

Risaliamo in sella un po’ più appesantiti di prima, attraversiamo quello che é stato chiamato il Market Segment di Ponteranica e ci apprestiamo ad affrontare la seconda metà del percorso.

Forse meno suggestiva perché senza il fascino di Bergamo Alta, ma è senza dubbio la parte per veri malati di salite, per i sadici, per chi ama far bruciare i quadricipiti e azzannare con i denti il manubrio, insomma quella per veri e propri matti!

Con il gruppetto che si é formato giriamo a destra in Via Libertà, il cartello mostra i segni del tempo e si riesce a leggere solo Via Ertà, c’è solo un accento di troppo, perché questa é davvero una mazzata.

Io la conoscevo avendola percorsa nella ricognizione del percorso, ma fa spaventare talmente tanto che quando abbiamo visto il muro d’asfalto ci siamo lasciati andare ad una bella risata.

Vaffanculo Via Libertà, in cima non connettevo più, mi sono accasciato sul manubrio a riprendere fiato e a controllare che le gambe fossero ancora attaccate.

Bene, ci sono, possiamo andare. Breve attimo di relax, salita quasi dolce che culmina con il muro di Sant’Anna dopo il tornante a sinistra, ma questa a confronto delle altre é quasi una passeggiata.

Si sta avvicinando la salita del Bruntino, quattro gocce, sole cocente sulla testa, gambe che cominciano a chiedere pietà, una volta passata la chiesa non c’è più scampo, bisogna morire!

Il passaggio sotto il suggestivo Bruntino Overpass Bridge e il rapido, strettissimo e ripidissimo sinistra-destra-sinistra immediatamente dopo sono il colpo di grazia.

Mi fermo all’ombra a riprendere fiato, riattacco il pedalino e tiro dritto fino in cima dove si ricompatta il gruppo. Non parla nessuno, ma sono certo che ognuno stesse maledicento dentro di sè colui che ha disegnato il percorso!

Un po’ di discesa è l’occasione per sciogliere i muscoli, prima dei mostri finali c’è ancora Via Mida e la micidiale Via Montegrappa, un’accoppiata da tre e quattro gocce rispettivamente. Se sulla prima resisto fino ad arrivare al limite, sulla seconda capitolo definitivamente, ad un certo punto scendo a spingere, le pendenze qui sono troppo alte e sono davvero cotto!

Non ho mai vissuto male il fatto di spingere, dico sempre che fa parte del gioco, d’altra parte la salita è così, la maggior parte delle volte si vince, altre volte è lei ad avere la meglio e bisogna accettarlo senza farsi troppi problemi.

Il gruppetto dopo questo muro si sfilaccia, sono quasi le 16:00 e alcuni devono tornare a casa in tempo per cena per cui tirano dritto, insieme ad Efrem decidiamo di fermarci ad un bar per una Coca-Cola fresca, ci voleva proprio prima del Castello, quel maledetto, bastardo, fottuto Castello!

Chiamatelo Castello, chiamatelo Colle Maresana, chiamatelo un po’ come vi pare, per me è stata la morte! La prima metà è da incubo, quella che il “Pres” de La Popolare ha battezzato la “Modalità Stelvio” diventa una necessità, bisogna per forza proseguire a zig-zag e la traccia GPS dimostra questa inquietante andatura.

Scendo a spingere, mi fermo un attimo, appoggio la bici al muro e mi siedo all’ombra a prendere fiato, le gambe sono alla frutta, ma non posso e non voglio mollare, il Castello oggi lo devo portare a casa.

La seconda parte della salità scende forse di un paio di gradi percentuali (si sta sempre parlando di pendenze in doppia cifra, sia chiaro) e finalmente entra nel bosco, una strada fantastica a due passi dalla città, ho anche il tempo di scattare qualche foto mentre pedalo, o forse sarebbe meglio dire mentre arranco.

In cima un cartello dice “Via Castello”, sull’altro c’è scritto “Croce dei morti”, come non essere d’accordo!

Del gruppetto siamo rimasti io ed Efrem, ci ricompattiamo col “Pres” a metà discesa, andiamo insieme verso il San Rocco, penultima fatica e ultima ascesa in pavè, dopodichè decidiamo di rinunciare al secondo mostro, quello che tutti hanno maledetto, il Lonno ce lo teniamo per l’anno prossimo, preferiamo arrivare all’arrivo in tempo per goderci una bella birra in compagnia e fare un giro all’interno di Raggio.

Un po’ dispiace non aver completato il percorso originale, ma va bene lo stesso, una birra, anzi due, cancellano questa piccola e stupida delusione!

Allo stand de La Popolare i ragazzi accolgono tutti con una birra marchiata Coppa Asteria e il mitico sampietrino blu, un piatto di pasta e una birra sono il premio più gradito.

 

Le gambe fanno male, sedersi è un’impresa tanto quanto scalare Via Libertà, ma l’atmosfera che c’è rende tutto più facile.

Proprio l’atmosfera e lo spirito di chi ha organizzato e di chi ha partecipato sono le caratteristiche che rendono fantastico e indimenticabile un evento come la Coppa Asteria, così come indimenticabile è stato il Martesana Van Vlaanderen e come sono certo sarà a fine ottobre alla Muretti Madness!

Al Trittico non c’è quella smania di competizione, si capisce fin da subito che tutti quelli al via sono spinti da una passione incredibile per la bici, una passione che ci accompagna per tutta la giornata, che ci fa soffrire insieme, ci fa ridere e scherzare, ci fa smadonnare in tutte le lingue, ci fa scendere dalla sella per spingere e raggiungere la cima, ci fa incitare il nostro compagno del giorno, diciamola tutta, una passione che ci fa godere di avere le gambe distrutte!

Grazie infinite ai ragazzi de La Popolare Ciclistica per averci fatto scoprire una Bergamo diversa, bastarda e ignorante, in alto il bicchiere di birra, brindiamo alla Coppa Asteria, alla Muretti Madness e al Martesana Van Vlaanderen, questo è Il Trittico ed è una gradissima figata!