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San Marco & Culmine

San Marco & Culmine

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Un giro che sognavo da tempo, l’accoppiata vincente Passo San Marco e Culmine di San Pietro, un giro tosto, duro, lungo, impegnativo e spaccagambe che però ha quel fascino e attira la voglia di sudore e fatica, di acido lattico nelle gambe in salita e di velocità in discesa!

La sveglia squilla alle 05:15 perchè c’è da prendere la macchina e andare a Lecco a prendere il treno delle 7:02, che in un’ora esatta mi porta a Morbegno. Durante il viaggio faccio una mezza dormita, pile ricaricate quel tanto che basta per cominciare subito a pedalare.

Partire così presto è necessario vista l’altimetria della giornata e infatti alle 08:20 sono già sui pedali e la salita inizia subito, bene, altimetria nel porta cartina e si comincia, mi aspettano 26 km di ascesa!

I primi 10 km del San Marco sono pedalabili e non si può chiedere di meglio per scaldarsi un po’, ma una volta giunti ad Albaredo per San Marco la cosa comincia a farsi più seria, le pendenze medie sono sempre tra 7% e 8% e bisogna spingere nettamente di più!

Il premio per questo primo tratto sono quasi 3 km di falsopiano, giusto per riprendere un po’ di fiato e per riposarsi mangiando qualcosa prima del tratto finale.

Nonostante le nuvole basse e la temperature non propriamente estiva sudo da matti, quando la strada torna ad impennarsi con decisione il paesaggio è totalmente cambiato, dietro si intravede la bassa Valtellina e uno spicchio del lago di Lecco, davanti il bosco lascia spazio a vegetazione più bassa e a pascoli per capre e mucche controllate da pastori uzbeki e peruviani! Per di più un vento contrario si alza e tenta in tutti i modi di ricacciarmi indietro, non è un vento irresistibile, ma come sempre rombe abbastanza le balle.

Quando si svolta a sinistra ecco il cartello dell’ultimo chilometro, la strada si fa più dolce e in lontananza si vede la vetta con altri ciclisti tra le nuvole che si rivestono prima di scendere. Arrivo in cima dopo poco più di 3h di pedalata, subito windostopper e kway onde evitare colpi d’aria e ovviamente la foto di rito.

Quattro chiacchiere con gli altri ciclisti e visto il freddo decido di scendere e, non mi stancherò mai di dirlo, la One Hundred Black in discesa è qualcosa di spettacolare, scattante e reattiva la mandi dove vuoi te e disegnare le curve sull’asfalto privo di traffico è una vera libidine.

Passo per Mezzoldo e proseguo sempre in discesa verso Piazza Brembana, qui in valle c’è il sole e fa un caldo bestiale, parchetto in centro e insalata di riso con una meritata coca-cola, questo il menu prelibato della giornata.

Prima di ripartire chiamo Antonio e Martina che sono in giro per un’escursione in Vespa nella zona, calcolati i tempi e i rispettivi itinerari ci diamo appuntamento a Vedeseta, circa a metà strada della salita del Culmine di San Pietro, loro scenderanno e io starò salendo!

Risalto in sella e con tutta tranquillità sia perchè ho appena mangiato, sia perchè le gambe devono riposare un attimo, percorro i 15 km di ciclabile (sempre bellissima) fino a San Giovanni Bianco, dove prendo la direzione per il Culmine. Inizialmente la strada sale tranquilla nella gola scavata dal fiume Enna, sono sull’itinerario ciclistico della Val Taleggio, un posto forse poco famoso, ma molto affascinante.

Dopo qualche chilometro la pendenza si fa più accentuata, in questo tratto niente di proibitivo, ma rispetto a prima c’è da faticare un po’ di più fino a giungere alla Costa d’Olda per poi incontrare un breve tratto in contropendenza appena prima di Vedeseta.

Poco prima del paese mi fermo per bere e per tirare il fiato e dietro la curva sento l’inconfondibile motore della Vespa, eccoli là in piega sul tornante, due chiacchiere veloci in mezzo alla strada e poi tutti verso il paese per gustarci una bella coppa gelato.

La pausa dura quasi un’ora ed è bello assistere alla scena mitica del giocatore di carte incazzato perchè il socio ha sbagliato a buttare giù il 6 di fiori facendo fare primera all’altra coppia, circa dieci minuti di insulti in bergamasco che valgono tutto il prezzo del biglietto, fenomenale!

Si riparte e i primi 4 km degli otto che mancano al Culmine sono da spavento, il Culmine in sè non è una salita particolarmente dura, tra contropendenze e falsopiani si fa in maniera tranquilla, ma avendo il San Marco nelle gambe questi 4 km sono davvero tosti!

L’asfalto diventa più brutto, la strada più stretta, un susseguirsi di curve tra la boscaglia, paesaggio singolare, fatica e gambe che chiedono di fermarsi, beh le accontento!!! Ma bisogna ripartire, ultimo rapporto e via in agilità (si fa per dire) fino all’inizio del falsopiano che porta in vetta. Le gambe girano un po’ a vuoto per cui cambio, 100 metri e poi mi accorgo che l’acido lattico è davvero ai massimi livelli, meglio pedalare un po’ a vuoto e sciogliere un po’ piuttosto che strafare. Quando l’avevo fatto tre anni fa sul pezzo finale andavo a tutta, oggi invece si va tranquilli e quando intravedo il valico accenno una volata per soddisfare l’ego nascosto, ma non so quando questo sia stato soddisfatto, era una volata a 10 km/h!

Foto di rito sotto il cartello (che riporta 1300 metri di altezza quando invece siamo a 1254 metri) e sono pronto a scendere in picchiata, quando pensi che sia tutta discesa e che quei dentellini sull’altimetria siano strappetti di 100 metri, ovviamente stacchi un po’ la spina e ti rilassi, quando però quei due dentelli sono di 1000 metri la cosa si fa complicata perchè la stanchezza e in questo caso un po’ anche la testa sono in modalità relax.

A parte questo, raggiungo con tutta calma Ballabio, altro gelato allo stesso bar della settimana scorsa e poi, ora per davvero, tutta discesa fino a Lecco, oggi zero traffico per cui posso divertirmi a più non posso. Una volta in città imbocco la via dove ho parcheggiato la macchina, appoggio la bicicletta al muro, guardo il contachilometri che dice 105 km percorsi e 7 ore nette di pedalata, era da tempo che non restavo in sella così tanto!

Insomma, che dire, un giro bellissimo, voluto e per il quale ero stramotivato, duro e che si farà sentire per qualche giorno, ma la fatica fatta è cancellata dal piacere di farla e purtroppo non tutti riusciranno a capire questa cosa, ma non importa!

In più ho anche scoperto un buon modo di dimagrire, altro che diete a zona e compagnia bella, fatevi il San Marco e il Culmine e in un giorno perderete qualcosa in più di 2 kg, quando la bilancia la sera mi ha detto 90.6 g sono rimasto di sasso, erano mesi che non scendevo sotto i 93!