Dopo cinque ore di pedalata, 107 chilometri e 21 muri arrivi alla fine e vedi una marea di gente, un clima di festa perfetto, fiumi di birra, pasta e sorrisi dappertutto! In quel momento tutti gli strani pensieri che mi erano venuti durante l’inverno vengono cancellati, come fai a pensare di smettere di organizzarla?
Perchè vedi la gente contenta di farsi chilometri e chilometri in macchina o in treno per partecipare, vedi i miei amici che sono lo staff migliore del mondo e niente, cazzo ci devi fare, è bello!
Dopo tre anni il rischio di diventare monotoni era alto. Forse non per i partecipanti, ma per me che lo organizzo poteva diventarlo per diversi aspetti, ma soprattutto per il percorso.
Durante l’inverno sono quindi andato alla ricerca di nuove stradine nella zona che ho poi rinominato Bergslandia, quelle dolci colline dopo Imbersago dove ci si discosta un po’ dall’Adda, ma dove si può variare di più. Anzi, direi quasi che è l’unica zona dove si può cambiare qualcosa ogni anno.
Tra autunno e inverno quest’anno mi ero anche inventato il Martesana Muur Stage Challenge, una sorta gara a tappe in cui ogni mese ci si sfidava su un muro del percorso. I primi dieci migliori tempi del mese prendevano un punteggio che si sommava a quello delle altre tappe.
Contrariamente alle aspettative, ma a conferma di un disagio ciclistico dilagante, una quarantina di persone ha partecipato ed è stata un bella scusa per uscire anche quei weekend in cui il meteo non era proprio allettante.
Questa idea un po’ malata, la primavera che si avvicina, la ruggine lasciata dall’inverno che giorno dopo giorno scompare, comincia a salire la voglia di rimettersi in pista con tutto, torna la fame di pavè, tutto va al proprio posto quasi automaticamente e non vedi l’ora che arrivi il grande giorno!
Poi l’organizzazione della serata di presentazione de Il Trittico da Upcycle presentata dal mitico Emilio Previtali (aka l’uomo dietro Alvento) alla fine di Febbraio è la scintilla definitiva che riporta l’entusiasmo che magari quest’anno era rimasto un po’ in letargo.
Foto: Tornanti.cc
La macchina organizzativa al quarto anno è più che rodata e ormai l’intesa con Andrea del Rian Restaurant Cafè è totale, poi con il nuovo sistema di iscrizioni su Eventbrite sono pure riuscito ad andare a letto presto tutte le sere per la gioia di Maddi!
Quest’anno le iscrizioni vengono bruciate in 12 ore! Avete letto bene, in 12 ore sono andati via 600 posti.
Questa cosa è bellissima, ma allo stesso tempo è davvero preoccupante!
Il giorno del Martesana si avvicina e quest’anno siamo finalmente riusciti ad organizzare anche un evento collaterale.
In realtà io ho fatto ben poco, han fatto tutto Barbara di Upcycle e Fulvio con le sue foto.
Il giovedi sera prima del Martesana ci facciamo quindi un bel viaggio nelle terre nordiche con le foto di Fulvio, le musiche originali di suo fratello Fabio e le parole di Carlo.
Il titolo della serata è “Chiedilo al Vento”, serata spaziale che ti proietta totalmente in tutti quei posti di cui sono follemente innamorato.
Durante la cena si parla parecchio di Nord, si parla di Classiche e ovviamente di MVV, poi all’improvviso dalla porta del locale entra la guest star del Martesana Van Vlaanderen 2019, è arrivato Simon!
Fulvio l’ha incontrato l’estate scorsa durante il viaggio sulle isole Far Oer e gli aveva parlato del Martesana invintandolo a partecipare.
Piccolo particolare, Simon è belga (anzi fiammingo per l’esattezza) e per venire qui si è sparato un’odissea su tutte le ferrovie d’Europa, semplicemente un grande. Abbiamo un belga al Martesana Van Vlaanderen, che spettacolo!
Insomma finita la serata salutiamo Barbara, facciamo una statua gigante a Vitto che ha recuperato adesivi e TrittiKard e me le ha portate e ci dirigiamo verso casa, che per il weekend si trasforma in un piccolo Airbnb.
Venerdi Maddi lavora, io invece sono a casa in ferie per gli ultimi preparativi, ma per assurdo e contrariamente alle aspettative durante la mattina non ho grossi impegni, se non contiamo il fatto che ci sono da tagliare tutti gli adesivi!
Giro in bici in paese per fare ammirare a Simon le bellezze architettoniche e le strade di Inzago, colazione, seconda colazione, birretta al Rian e poi pranzo veloce a casa.
Nel pomeriggio Fulvio e Simon optano per un giro in bici lungo il Naviglio mentre io raggiungo Andrea per organizzare la parte esterna del locale, mettere su lo striscione, i nastri gialli e allestire la postazione del DJ.
Foto: Fulvio Silvestri
Ci siamo, ci siamo, siamo carichi! Cena in compagnia della delegazione fiorentina col il mitico Pasquale, Federico e Fausto, carichiamo il pullmino di Teo con tavoli e panche per il ristoro, scarichiamo dal van Sportful di Federico i premi e le bandiere e possiamo finalmente tornare a casa, la sveglia suona presto domani.
Alle 06:30 l’appuntamento è al Rian con tutto il mitico Staff MVV. Distribuzione maglie, colazione, tanti sbadigli e parecchie cazzate, anche perchè senza che divertimento ci sarebbe?
Manca soltanto Teo che doveva andare a ritirare i 700 panini per il ristoro, peccato che abbia sbagliato panettiere! Tutti ci immaginiamo la scena comica, solo lui poteva fare una cosa del genere, ma è solo l’inizio del suo one man show.
La gente comincia ad arrivare, ormai le operazioni sono quasi automatiche, fuori liberatorie, adesivi e TrittiKard, che le danze abbino inizio!
Le biciclette invadono l’alzaia in maniera del tutto pacifica, il rumore di tazzine del caffè e il profumo di brioche esce dalla porta della Gelateria Pirotta e inondano la strada che brulica di sorrisi e chiacchiere.
Foto: Fulvio Silvestri
Parto parecchio tardi quest’anno e la temperatura è bella fresca alla partenza, non si va oltre i 10°C, cielo coperto, umidità alta, meteo tipicamente fiammingo come vuole la migliore delle tradizioni.
Il Nahetwerkmuur va via tranquillo, squilla il telefono, sudo freddo quando mi dicono che il Mosca è andato via in ambulanza dopo una caduta, fortunatamente niente di grave, mi scriverà nel pomeriggio che non vede l’ora di farla in private edition, numero uno come sempre!
Passato lo spavento si va avanti sul Capriatmuur e sull’erba del Koncesheiligdommuur prima di affrontare i tornanti dell’Harspelbochtmuur che dal fiume portano fino al Castello di Trezzo. L’antipasto è servito, ora viene il bello!
Dopo il tratto sterrato lungo l’Adda saliamo sulle rampe cementificate in maniera grezza dell’Hemelmuur, la famosa porta per l’inferno!
Rimanendo sull’asfalto delle strade di campagna raggiungiamo la prima tappa del ristoro, non prima di aver affrontato il Bertinicentraalmuur che ogni anno miete vittime illustri!
E al ristoro si fa man bassa di pane e marmellata, ciò che rimane delle banane e delle torte, insomma essendo in fondo al gruppone si mangia quello che è rimasto, sono passati gli Unni prima di noi.
Foto: Fulvio Silvestri
Si riparte e si torna subito lungo il fiume per andare a costeggiare il Naviglio di Paderno con le sue chiuse progettate da quel genio che di nome fa Leonardo.
Quest’anno complice la chiusura del tratto sotto il famoso ponte San Michele i ciottoli viscidi del Padernmuur si prendono dall’altro lato rispetto al solito.
Si tratta del muro simbolo ed è sempre una figata andarlo a percorrere durante il Martesana Van Vlaanderen, la gente impazzisce sulle pendenze, arrivare in cima sembra facile, ma non lo è proprio per niente!
Foto: Fulvio Silvestri
Dal ponte ci si ributta lungo il fiume verso Imbersago e in rapida successione ecco che arrivano Oudeveerbootmuur e Garavesberg, inedita salita nel bosco di Imbersago.
Siamo entrati a Bergslandia, breve discesa che ci riporta sull’asfalto, non c’è un attimo di respiro perchè il Sabbionberg con i suoi sampietrini è lì che ci aspetta tra le case e un pollaio!
Si pedala verso il lago di Sartirana e improvvisamente si svolta a sinistra sullo sterro del Berkberg, uno degli ultimi muri scoperti quasi per caso e che raggiunge un bosco di betulle prima di ritrovare di nuovo l’asfalto.
La parte nuova del percorso sembra essere piaciuta, ma il piatto forte, il muro che non ti aspetti e ti taglia letteralmente le gambe arriva sempre per ultimo.
Un po’ come il mostro finale di Super Mario ecco il Limitberg, due strisce di lastroni di pietra, una striscia d’erba in mezzo, una cinquantina di metri in totale, forse sessanta, alla dolcissima pendenza media del 26%!
Se non lo conosci il piede a terra è quasi d’obbligo e anche qui le vittime sono parecchie. La ruota slitta, vedo gente che tenta di sdraiarsi sul manubrio per non fare impennare la bici, partono bestemmie e insulti rivolti all’organizzazione, figata totale, long live the Limitberg!
Dopo questo muro assassino si riforma il gruppo compatto Cicloidi-Popolare-Canidi, ma durerà poco perchè sui ciottoli del Gruganmuur bisogna piazzare l’attacco decisivo e piazzato in quel punto il cambio di ritmo fa male!
In mezzo al bosco la strada si inerpica tra gli alberi, fondo scivolosissimo, devi sperare che quello davanti a te non si pianti all’improvviso, cosa che puntalmente accade, ma subito un colpo di pedale e si torna in sella. Fuckin’ Gruganmuur, anche qui c’è tanta gente a piedi, that’s MVV folks!
Foto: Fulvio Silvestri
Il Gruganmuur è anche il giro di boa, finisce l’excursus lontano dal fiume e si ritorna velocemente al traghetto leonardesco per affrontare l’asfalto infame del Toscaansmuur e nuovamente i ciottoli del Bertinicentraalmuur.
Al secondo ristoro chi è arrivato tardi purtroppo non ha trovato quasi più niente, ma non importa, mangeremo e berremo più birre all’arrivo!
Non manca molto al traguardo, giusto il breve Tresskastelmuur, un’ultima smadonnata sull’erba del Koncesheiligdommuur e poi il facilissimo Grupelmuur dopo la classica passerella sul fiume.
Da qui mancano solo 5 km, si attraversa la campagna con il vento a favore, stiamo tornando merdeeeee, si volaaaaaa!
Ignoranza a parte, quando si arriva al Rian Restaurant Cafè l’emozione per me è sempre tanta e come detto all’inizio ripaga totalmente tutto il lavoro che c’è dietro per organizzare questa giornata, cancella le strane idee che mi sono venute forse più per paranoie mentali che altro e riporta tutto al livello “figata galattica”.
Foto: Fulvio Silvestri
ringraziamenti
A costo di essere ripetitivo però non posso che ringraziare tutte le persone che rendono possibile tutto questo e per il quale il MVV è per me qualcosa di speciale:
- Andrea, braccio destro delle operazioni logistiche senza il quale vi sareste potuti scordare brioche e pasta party
- Fulvio, che per il quarto anno è venuto da Alba con innumerevoli macchine e obiettivi per immortalare le vostre facce sofferenti
- Anto e Andre, la coppia pilota e co-pilota più affiatata della Martesana, puntano prima o poi a partecipare al rally di Montecarlo
- Teo, perchè ormai è la voce ufficiale del MVV, perchè ha il Westfalia più capiente della nazione, ma soprattutto perchè ha sbagliato panettiere
- Marti che torna per un giorno dietro al bancone a sfornare caffè e brioche e a dispensare sorrisi al ristoro, niente foto di profilo però please!
- Ali, Je, Ari, Giada, Linda, Giulia, Ricky, Andre, Paola, Chiara e Luca per il best ristoro team ever che tutti gli eventi dal basso ci invidiano
- Gian, Passe e Stiglio che per un giorno hanno mollato il basket e si sono dati al ciclismo
- Roberta e Cristian della Gelateria Pirotta per le colazioni e i gelati
- Attilio per i salami che scompaiono all’istante appena vengono messi sul tavolo
- Simon per essersi fatto un viaggione dal Belgio per partecipare a questa follia pseudo-fiamminga, sei il numero uno indiscusso
- Patrizio, Nella, Riccardo e tutto lo staff del Rian per l’incredibile accoglienza e tutto quello che fanno per il ristoro
- Emilio per aver accolto l’invito a presentare la serata da Upcycle e per lo splendido articolo su Alvento (se non l’avete ancora fatto abbonatevi perchè merita)
- Federico di Sportful per il supporto e i ripetuti inviti, prima o poi verrò alla 24h o alla Maratona delle Dolomiti, è una promessa
- La Popolare e i Cicloidi e in particolare Cap, Bone e Mik perchè senza di loro non ci sarebbe mai stato Il Trittico
- Vitto perchè è lui che stampa gli adesivi, li va a prendere e me li porta e perchè senza Vitto questo mondo non sarebbe così bello
- Massimo e Daniela, perchè mio papà alla fine ha portato a casa il MVV e mia mamma perchè alla fine è un figa spaziale
- Maddi, last but not least, perchè mi sopporta tutti i giorni tra tutti i miei mille impegni con palla spicchi e bicicletta, love you!