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Liguria Bike Tour 2013

Liguria Bike Tour 2013

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Si era partiti con l'idea di una Piacenza - Genova sugli appenini vicino a casa, man mano la cosa si è trasformata in quello che abbiamo chiamato Liguria Bike Tour 2013, anche se alla fine siamo finiti anche in Francia!

Il classico viaggetto di Pasqua, il quarto anno consecutivo di quella che ormai è diventata una tradizione che ci piacerebbe mantenere!!! Si era partiti con l’idea di una Piacenza – Genova sugli appenini vicino a casa, man mano la cosa si è trasformata in quello che abbiamo chiamato Liguria Bike Tour 2013 (anche se siamo andati anche in Francia).

Tre tappe di uguale lunghezza (più o meno) da Savona a Nizza, seguendo il percorso della Sanremo e godendosi in tutta tranquillità il mare alla nostra sinistra!!!

SAVONA – LAIGUEGLIA

Un viaggio breve, soltanto tre giorni in sella e una meta nata un po’ casualmente su spunti trovati online e figlia del fatto che si voleva pedalare con vista mare, vicino a casa e senza lunghi spostamenti. C’è soltanto un posto con queste caratteristiche ed è la Liguria!

Partenza ore 07:00 a casa di Albe, bici sul tetto e giusto il tempo di saltare in macchina che inizia a piovere. Lo sapevamo da almeno una settimana che il meteo non sarebbe stato dalla nostra parte, ma siamo partiti comunque.

In poco più di due ore raggiungiamo Savona sotto un vero diluvio, parcheggiamo in un centro commerciale, scarichiamo le bici e andiamo a comprare qualcosa da mangiare sperando che spiova. La speranza però è vana, torniamo alla macchina e cominciamo le operazioni antipioggia: maglia intima, salopette, gambali, maglietta, windstopper, sovrascarpe, pantaloni antipioggia, giubbetto, copricollo, copricasco, guanti lunghi e occhiali. Non manca più niente, siamo pronti, borse sul portapacchi e via sotto le ondate di pioggia e le folate di vento che letteralmente ci fanno sbandare.

Sotto l’acqua è difficile fermarsi e godersi il panorama come quando c’è il sole, si pedala concentrati e sperando che ad ogni curva la pioggia cessi di scendere, ma fino a Finale Ligure non sarà così. Dopo una ventina di chilometri ci fermiamo a mangiare, il menu propone ovviamente focaccia gustata sotto il tendone di un pub chiuso, fa davvero freddo e per scaldarci decidiamo di buttarci in un bar e prendere una cioccolata calda.

Siamo gli unici clienti, c’è addirittura la stufa nella saletta, l’occasione buona per far asciugare un minimo guanti e scarpe, mentre fuori dalla finestra il tempo sembra migliorare.

Il cielo si schiarisce e la pioggia diminuisce, ad un certo punto scorgiamo pure dei raggi di sole e l’azzurro del cielo!!! Peccato però che la ruota di Paolo decide di smettere di funzionare, stop dal ciclista che però non ha ruote da vendergli, si deve proseguire fino a Loano dove sappiamo esserci una ruota disponibile. Per fortuna, altrimenti non avrebbe potuto proseguire a lungo nel viaggio causa un problema irreparabile al mozzo!!!

Da Loano giungiamo sotto un timido sole ad Albenga e poi ad Alassio, dove una foto al famoso Muretto non ce la lasciamo scappare, come tre pirla con la gamba accavallata imitiamo le Miss Muretto più gnocche della storia!

Ormai mancano pochi chilometri alla meta di oggi, infatti Laigueglia è il paese successivo, diamo un’occhio attento ai cartelli, cerchiamo l’Hotel Armida, svoltiamo a destra ed ecco la signora che ci aspetta, il garage è già aperto, sistemiamo le bici e ci rilassiamo con un doccia calda prima di uscire a mangiare.

Abbastanza cotti per la dura giornata (non per i chilometri ma per il freddo e la pioggia), scegliamo una pizzeria in centro al paese che con 20€ ci sazia con una pizza e un terzo a testa, una birra da 66cl, un dolce e un caffè, niente male!

Per concludere decidiamo di darci l’ultima botta prima di andare a dormire nel pub di fianco gestito da un danese, per cui la scelta della birra è obbligata: Carlsberg!

LAIGUEGLIA – BORDIGHERA

La colazione offerta dall’hotel è di tutto rispetto, soprattutto considerando le sole due stelle e ancora di più perchè la proprietaria in pratica non ce l’ha fatta pagare.

Con calma saltiamo in sella che sono circa le 10:00, è il primo giorno con l’ora legale per cui abbiamo luce fino a dopo le 19:00 (finalmente oserei dire!). La giornata è bella, non il meglio che si possa desiderare, ma dopo tutto sto cielo grigio dell’ultimo mese possiamo dire che è una giornata perfetta.

Subito fuori dal paese di Laigueglia dobbiamo affrontare la salita di Capo Mele, siamo sul tracciato della Milano-Sanremo (che percorreremo a meno di qualche deviazione per evitare l’Aurelia dove possibile), il primo dei tre capi da affrontare. Discesa verso Andora e ancora su per il più breve Capo Cervo.

Da qui prendiamo il lungomare di Diano Marina che ci porta su una strada chiusa al traffico lungo la costa, evitiamo la salita di Capo Berta e ci godiamo il panorama al livello del mare fino ad Imperia. La fame ci sta assalendo, il lardo appena comprato non aspetta altro che la focaccia per creare un mix strepitoso, ma tiriamo avanti fino a San Lorenzo al Mare. Ci appostiamo su una panchina e in men che non si dica focaccia, lardo e formaggio spariscono, pausa caffè prolungata al tavolino di un bar e siamo pronti per la prima fatica di giornata: la salita della Cipressa!

Presa singolarmente non è niente di incredibile, ma devo dire che affrontarla alla Sanremo dopo 270km nelle gambe, beh fa la differenza. La salita è dolce e costante, si pedala facilmente e il paesaggio devo ammettere che non è male, me la immaginavo diversa, ma devo dire di essere stato colpito positivamente dalla Cipressa, avercene di salite così vicino a casa!!!

La discesa è una picchiata vera e propria sull’Aurelia, che però abbandoniamo subito in favore della pista ciclabile costruita sul tracciato della vecchia ferrovia. Appena dopo Arma di Taggia però prendiamo gli scalini che ci riportano sull’Aurelia, vogliamo assaggiare le pendenze del Poggio, la salita che solitamente decide la Sanremo, un dosso rispetto alle salite dolomitiche, ma, nonostante la strada salga in mezzo alle case e alle serre con un paesaggio (bisogna dirlo) abbastanza anonimo, una salita che ha il suo fascino nella storia del ciclismo e che per piccoli (ma piccolissimi) tratti offre delle pendenze degne di questo nome!

In cima svoltiamo a sinistra e in discesa raggiungiamo Sanremo, un traffico incredibile ci accompagna fino al centro del paese, foto di rito al Casinò e pausa merenda ad un baracchino in con vista mare, cosa possiamo volere di più?!

Dalla città del festival nazionale ripartiamo sempre in direzione ovest, prima Ospedaletti e poi la meta di giornata in quel di Bordighera, il B&B che abbiamo prenotato è prima del paese vero e proprio e soprattutto bisogna salire, 600 metri di strada con pendenze che nell’ultimo tratto arrivano al 20%. La stanza è molto bella, doccia e relax prima di scendere a piedi in paese alla ricerca di un posto dove mangiare.

Dopo una camminata sul lungomare ci buttiamo all’interno e ci scappa l’occhio sulla Trattoria dalle Simpatiche, menù fisso 15€ con tagliatelle alla crema di carciofi, salsicce e asparagi o coniglio alla ligure, bicchiere di vino e acqua, il tutto di ottima qualità e in un bel locale, la cameriera addirittura simpatica (sarà un caso il nome del ristorante?), ed essendo in Liguria questo è un plus per il posto che non si può non rimarcare!

Tornare indietro al B&B è davvero lunga, vuoi per le gambe pesanti, vuoi per la pancia piena, sta di fatto che appena tocchiamo il materasso ci impastiamo tutti e tre!

BARCELONETTE – ST. ETIENNE DE TINEE / COL DE LA BONETTE

Ultima tappa di questo Liguria Bike Tour 2013, dall’Italia si sconfina in Francia per concludere il viaggio a Nizza. Partiamo presto per avere più tempo a disposizione visto che dovremo prendere il treno nel primo pomeriggio, alle 09:00 siamo in sella pronti a partire e dopo aver attraversato Bordighera (stavolta in bici) saliamo verso la parte alta di Ventimiglia per poi scendere attraverso le gallerie (sbagliando strada tra l’altro) fino Mentone, il primo paese francese che si incontra.

Essendo il giorno di Pasquetta ci sono in giro un sacco di ciclisti, stiamo sul lungomare e quello che colpisce di più è la netta differenza tra un paese della costa Italiana e uno Francese, indubbiamente il secondo sembra più pulito e ricco del primo!

Uscendo dal paese si sale verso Cap Martin dalla cui cima si scorgono i palazzoni di Montecarlo, il principato di Monaco è il prossimo confine che attraverseremo e ci sembra strano che non ci chiedano dei soldi a noi poveri cicloviaggiatori!

A parte lo sfarzo e la ricchezza che trasuda da ogni angolo, quello che rimane impresso è l’assurdo silenzio che c’è in un paese del genere, pedaliamo in mezzo ai palazzi e non sentiamo altro che le nostre bici, allucinante!!! Il paese è vivo solo nella piazza del Casinò, non è proprio il mio posto, macchine di lusso, merdoni in giacca e cravatta con la puzza sotto il naso, no, decisamente non è il mio posto, ma un giro sul circuito di Formula1 decidiamo di farlo comunque. La discesa verso il famoso tornante e l’imbocco del tunnel ha una pendenza che solo pensare di farla su una monoposto ti viene da pensare come facciano a rimanere in pista. A Montecarlo i marciapiedi non hanno il bordo, hanno il cordolo bianco e rosso e ovviamente il gioco è andarci sopra con le ruote della bici!

Prendiamo il tunnel, poi il porto e la chicane delle piscine per chiudere sulla mitica Rascasse e tagliare il traguardo, okay ci siamo divertiti abbastanza!

Riprendiamo l’itinerario pedalando in un tunnel che ci fa uscire dal Principato, da qui in poi è un susseguirsi di salite e discese, prima Cap d’Ail, poi Ezè e infine Villefranche-sur-Mer con i barconi attraccati nella baia.
Il cielo oggi decide di non farci vedere il sole, poco importa, basta che durante la nostra entrata trionfale a Nizza non decida far scendere la pioggia!

Arriviamo in città che sono circa le 13:15, abbiamo circa un’ora prima che parta il treno che ci riporterà a Savona per cui dobbiamo sbrigarci con la foto di rito in Place Messena insieme ad altri due cicloviaggiatori (questi qui però in giro da mesi) e con il mitico kebab che non poteva mancare (giusto per non farci mancare niente).

Purtroppo siamo arrivati un po’ tirati a Nizza, perchè un giro semi-turistico ci poteva stare, ma a posteriori meno male che abbiamo preso il primo treno del pomeriggio!

Compriamo i biglietti, carichiamo le bici e ci sediamo sul treno, è il momento in cui il viaggio si conclude, seppur breve qualcosa ti lascia sempre e lo si vedrà il giorno dopo seduto alla scrivania dell’ufficio, quanto si sta bene in giro in bicicletta!

Un bel giro, che in parte mi ha sorpreso, pensavo più povero paesaggisticamente, invece ha saputo regalare quegli scorci nascosti che ti fanno ricredere su quello che avevo pensato inizialmente, non ci fosse il traffico intenso in prossimità dei paesi più grandi sarebbe il top!