I preparativi non sono normali come per gli altri giri, bisogna coprirsi, sotto calzamaglia di lana più pantaloni da bici invernali e ai piedi due paia di calze, scarpe da tennis e i nuovi copriscarpe. Sopra invece si adotta una soluzione multistrato: canottiera, maglietta, felpa pesante da bicicletta, pile leggero e giaccavento rossa anni ’80 rispolverata dalla mansarda per l’occasione.
Non si può poi dimenticare la copertura della faccia, già perchè prendere freddo lì vuol dire trasmetterlo a tutto il corpo, per cui passamontagna giallo fosforescente, copricollo, occhiali con lenti bianche e casco.
Ebbene, bardati chi più chi meno, alle ore 22:50, dopo un breve viaggio in treno dalla Stazione Centrale di Milano a quella di Sesto Calende sull’estremità meridionale del Lago Maggiore, 19 lucette bianche si apprestano a cominciare la Prima Ciclonotturna del Ticino!
Costeggiamo il fiume e poi diversi canali, saltellando qua e là tra una sponda e l’altra, alternando al corso d’acqua naturale i canali artificiali che lo affiancano.
Il clima comincia a cambiare, la temperatura verso l’una e mezza di notte comincia a calare e la cosa si nota non tanto per il freddo, così coperti si reggeva più che bene, ma dal fatto che i tappi delle borracce sono ghiacciati e una patina di ghiaccio va a coprire, contachilometri, gps e borsetta, per non parlare sulla giaccavento!
Si pedala, si pedala con poche pause per evitare di raffreddarsi troppo e non rimanere intorpiditi dal gelo e pian piano si raggiunge il Naviglio Grande che con l’alzaia ci conduce fino alla Darsena. Nel mentre una foratura e qualche ostacolo sul tragitto che superiamo tranquillamente senza troppi problemi.
Il cartello Milano lo avvistiamo verso le 5 e mezza di mattina, ecco la Darsena, Porta Ticinese e via verso il centro totalmente deserto passando dalle colonne di San Lorenzo, via Torino e la sempre suggestiva Piazza Duomo, che dopo ore di pedalata al buio, vederla così tranquilla, deserta e accogliente, beh non ha veramente prezzo!
La meta principale è raggiunta per cui supercolazione in Corso Vittorio Emanuele prima che il gruppo si divida, chi verso le stazioni, chi verso casa e chi, come il sottoscritto verso la Martesana!
Il sonno comincia a salire, la pedalata si fa un po’ più sostenuta per contrastare eventuali abbiocchi e così giungiamo all’imbocco del Naviglio Martesana, brevi tappe saluti a Vimodrone e Cernusco per salutare i mitici emiliani, romani e chi più ne ha più ne metta e poi via verso casa!
Dopo ben sette ore e mezza col culo, tra le altre cose abbastanza dolente, sulla sella arrivo a casa, apro la porta, doccia e poi una bella dormita!
Un grandissimo ringraziamento a chi ha saputo organizzare questa fantastica notturna e a tutti coloro che hanno partecipato, sarà come sempre una pedalata indimenticabile!